
In Italia, il mondo della salute mentale sta vivendo una rivoluzione silenziosa ma profonda. Negli ultimi sei anni, il numero di psicologi liberi professionisti è cresciuto del 33%, passando da 61.000 a 81.000, secondo i dati del Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi. Un incremento che riflette una domanda in costante crescita – +10% nel solo 2024, come rileva ENPAP (l’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Psicologi) – ma che porta con sé nuove esigenze: stabilità economica, sostenibilità, qualità della vita lavorativa e conciliazione tra lavoro e vita privata.
In questo scenario, Unobravo, servizio di psicologia online e Società Benefit, ha raccolto le voci di oltre 2.000 psicologi del proprio network per capire come stia cambiando il loro modo di lavorare.
I risultati parlano chiaro: il digitale ha aperto nuove strade e ha permesso a molti professionisti di trovare un equilibrio prima impensabile. Il 77% ha visto migliorare la propria situazione economica, il 62% ha guadagnato continuità lavorativa e l’84% ha potuto seguire pazienti che altrimenti non avrebbe mai raggiunto. Ma non è solo una questione di numeri: per il 34% degli intervistati, avere un riferimento clinico è fondamentale per la qualità della pratica e la crescita professionale.
Il digitale, insomma, non è solo uno strumento, ma un vero e proprio motore di sviluppo. Lo conferma anche l’85% degli psicologi Unobravo, che dichiara di aver ampliato o scoperto nuove prospettive di carriera grazie alla tecnologia. E non è un caso che l’82% riesca oggi a conciliare meglio vita privata e lavoro, con la gestione del tempo e degli spazi indicata come il beneficio più importante.
Un dato che assume ancora più valore se si considera che, secondo ENPAP, l’84% degli psicologi italiani sono donne, con un’età media di 33 anni: per molte di loro, trovare un equilibrio sostenibile tra professione e vita personale è una priorità assoluta. Tuttavia, le sfide restano.
Le analisi dell’ENPAP mostrano forti disparità reddituali tra aree geografiche e fasce d’età, con i più giovani che faticano a consolidare un reddito stabile. La survey di Unobravo conferma che oggi l’equilibrio personale e professionale, insieme alla continuità lavorativa, è un bisogno urgente, accanto alla necessità di mantenere alti standard di formazione e supervisione clinica. «Questi dati restituiscono una fotografia dell'evoluzione e dei bisogni emergenti della nostra professione, su cui è importante riflettere e stimolare un confronto positivo», afferma Danila De Stefano, founder e CEO di Unobravo. «Abbiamo sempre creduto che la sostenibilità della salute mentale passi da entrambe le prospettive del percorso terapeutico: dall'accessibilità per chi cerca un supporto psicologico e dall'importanza di valorizzare chi lo offre. Le sfide restano molte, ma è da qui che nasce la possibilità di costruire modelli di lavoro sostenibili».
E se il futuro della psicologia passa anche dal digitale, è evidente che la diversificazione dei contesti – dal privato al pubblico, fino all’online – rappresenta oggi un valore aggiunto concreto, capace di generare benessere per i professionisti e accessibilità per i pazienti.
