Dal 14 marzo la sede della Rappresentanza Generale si è trasferita nel nuovo business district di Porta Nuova in Milano

QBE Insurance Europe, gruppo assicurativo australiano specializzato nel Business Insurance, continua il percorso di crescita nel mercato italiano.
All’inizio del decimo anno di attività, la Rappresentanza Generale per l’Italia (costituita nel 2007) può contare su un organico di recente integrato con nuove professionalità e su un sistema distributivo ampliato.
Nel 2015 la raccolta premi è cresciuta e sono cresciute anche le necessità di nuovi spazi: dal 14 marzo, infatti, gli uffici milanesi della Rappresentanza Generale per l’Italia, sono stati trasferiti nel nuovo business district di Porta Nuova, in via Melchiorre Gioia 8.
Nuovo look anche per il sito, completamente rinnovato dal punto di vista grafico per dare una risposta sempre più veloce ed efficace agli utenti. Accessibile da qualsiasi piattaforma tecnologica, dal pc allo smartphone, il sito www.qbeitalia.com è un contenitore di informazioni e servizi rivolti ai clienti e ai professionisti del settore.
“Nell’ultimo anno ci siamo concentrati in particolare sul rafforzamento dell’organico e sullo sviluppo dei canali distributivi”, ha dichiarato Piero Asso, Rappresentante Generale per l’Italia. “Riteniamo di aver posto basi solide per incrementare la qualità del servizio ed estendere l’offerta nelle diverse aree di business allineandoci alla domanda di personalizzazione che arriva delle imprese”.
A livello di Gruppo, nel 2015, QBE Insurance Group ha raccolto premi per 14,78 miliardi di dollari americani conseguendo un utile, al netto delle partite straordinarie, di 807 milioni di dollari (+1% sul 2014, +12% ad andamento valutario costante) e un Combined Operating Ratio (rapporto percentuale tra sinistri, provvigioni e spese sui premi) del 94%, migliore underwriting performance dal 2010. Risultati positivi considerando uno scenario caratterizzato da pressioni sul pricing del mercato assicurativo, andamento dei mercati finanziari, rilevante rafforzamento del dollaro e persistenza di bassi tassi d’interesse.