
40 miliardi di euro. A tanto ammonta a fine 2017 la spesa sanitaria privata sostenuta dai cittadini italiani, il 9,6% in più rispetto a quanto rilevato nel periodo 2013-2017.
Nel nostro Paese la spesa sanitaria “out of pocket” è ormai fuori controllo e il 54,7% dei nostri connazionali pensa che i cittadini non abbiano più le stesse opportunità di cura. È quanto emerge dall’VIII Rapporto Censis-Rbm Assicurazioni Salute, presentato a Roma.
Nel nostro Paese ci sono ben 7 milioni di persone che si indebitano per pagare cure e servizi sanitari e 2,8 milioni sono costretti a vendere casa per curarsi, mentre 44 milioni nel complesso hanno speso di tasca propria, per pagare prestazioni sanitarie per intero o con il ticket. Un esborso medio pro capite di 655 euro, che rischia di arrivare a mille euro nel 2025, se non si interverrà al più presto.
Marco Vecchietti, amministratore delegato di Rbm Assicurazione Salute sostiene che vista l’attuale situazione “E’ ormai indifferibile l’avvio anche in sanità di un Secondo pilastro, su base istituzionale per tutti i cittadini o almeno su base occupazionale, per quanti dichiarano un reddito imponibile. Attraverso la disponibilità per tutti i cittadini di una polizza sanitaria o di un Fondo sanitario integrativo, si potrebbe realizzare un effettivo affidamento della spesa sanitaria privata ad un sistema a governance pubblica e gestione privata. In termini economici, questa impostazione potrebbe consentire di dimezzare e contenere la spesa delle famiglie di circa 20 miliardi, abbattendo i costi medi pro capite di tasca propria di quasi 340 euro”.