
L’accorpamento delle province che, secondo il decreto legge approvato dal governo Monti dovrebbero scendere dalle attuali 86 a 51, spingerà in alto i premi Rc Auto. Secondo uno studio realizzato dal comparatore Facile.it l’effetto di questa manovra potrebbe essere particolarmente pesante sul fronte degli aumenti delle polizze Rc Auto. Oltre 1,5 milioni di assicurati residenti soprattutto al Nord, potrebbero vedersi aumentare del 2% il premio della polizza, per via della variazione dell'imposta provinciale sulle assicurazioni auto.
Come ha spiegato Mauro Giacobbe, Responsabile Business Unit Assicurazioni di Facile.it, “il premio si compone di diversi elementi, tra cui l’imposta provinciale, che varia dal 9% al 16%. Con l’accorpamento, salvo cambiamenti, sono diverse le province che, inglobate in quelle più grandi, potrebbero fare i conti con un incremento della tassazione fino al 2%”.
Entrando nei dettagli della questione i più tartassati sarebbero, secondo l’analisi di Facile.it, i residenti della provincia di Parma che oggi hanno un’aliquota del 14% che salirebbe al 16% in caso di accorpamento con Piacenza (se fosse questa seconda a prevalere). Anche a Treviso c’è di che preoccuparsi perché, dopo essere riusciti a diminuire l’aliquota e pagare dal 1 settembre 2012 il 15%, si trovano ora sospesi fra un possibile ritorno alla soglia massima del 16% (se venissero accorpati a Belluno e prevalesse la tariffa di questa provincia) o un notevole risparmio nel caso in cui la scelta ricadesse sull’unione con Padova, che applica un’imposta del 12.5%. Rincari in vista anche per gli assicurati di Pistoia e Siena che unendosi alle province di Prato, Massa e Lucca i primi, di Arezzo e Grosseto i secondi, potrebbero pagare lo 0,5% in più. Buone notizie invece per chi vive a Teramo: con la fusione con l’Aquila l’aliquota massima scenderebbe al 15,5%.
Secondo la riforma avviata con il decreto legge 188/2012, le nuove province dovranno avere una superficie non inferiore a 2.500 km2 e una popolazione residente non inferiore a 350.000 abitanti. Rimangono di competenza delle nuove province la pianificazione dei servizi di trasporto, l'autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, la costruzione e gestione delle strade provinciali e la regolazione della circolazione stradale. L’attuazione della riforma comporterà inoltre dal 1° gennaio 2014 l’istituzione di 10 città metropolitane: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria.