
Michael Zanetti: “Oltre alla possibilità di fornire coperture di alto profilo, il valore aggiunto della nostra proposizione risiede nell’elevato livello di servizio che possiamo garantire in termini di supporto nell’analisi dei rischi e della velocità di risposta”.
Da pochi giorni M.G.A. Insurance Brokers, realtà del brokeraggio assicurativo milanese attiva nell’ambito wholesale dal 2007, ha cambiato nome in Rise Wholesale Insurance Broker. Una operazione di rebranding che arriva a conclusione di un ciclo di operazioni che sottolinea la volontà di crescere, rafforzando l’identità di broker wholesale.
Del cambio di nome e dei prossimi obiettivi della società ne parliamo con Michael Zanetti, Business Project Manager di Rise Wholesale Insurance Broker, manager esperto che ha maturato un’esperienza trentennale nel settore del brokeraggio e all’interno di primari gruppi assicurativi internazionali.
Da dove nasce questa decisione di cambiare pelle?
“Abbiamo colto l’occasione nata dal completamento dell’acquisizione del 100% di Crown Italia, finalizzando la precedente operazione di acquisto del 90% delle quote svolta dodici mesi fa, per incorporare portafoglio e accordi di collaborazione in M.G.A. Insurance Brokers, denominazione appunto della nostra società fino allo scorso 6 giugno. Questa operazione ci ha permesso di creare una unica “piattaforma” di brokeraggio grossista, con uno spettro molto eterogeneo di prodotti e soluzioni per la nostra clientela. Contestualmente, abbiamo effettuato una operazione di rebranding che ritenevamo indispensabile attuare appena possibile, in quanto la nostra denominazione M.G.A. talvolta causava confusione. Operiamo precisamente come broker grossisti e non quindi come una M.G.A. - ossia Managing General Agency - modello nato nei paesi anglosassoni e di sviluppo negli ultimi decenni anche in Italia”
Quali sono i vostri programmi di sviluppo e quali i prossimi obiettivi?
“In questi mesi ci siamo occupati principalmente di due attività: in primis la razionalizzazione dei rapporti di collaborazione con gli intermediari in origine distintamente clienti di M.G.A. e Crown, successivamente della pianificazione e finalizzazione di nuove iniziative con assicuratori partner sia italiani sia di mercati esteri, soprattutto quello londinese.
Il prossimo obiettivo: sviluppare ulteriormente tali attività con l’obiettivo di allargare la base della nostra clientela, composta da intermediaria iscritti in B e A nel RUI di IVASS.
Il nostro piano prevede altresì di ampliare le soluzioni da poter proporre alla nostra clientela, grazie anche all’intercettazione delle possibili novità che nasceranno in futuro per iniziativa dei nostri assicuratori partner (con i Lloyd’s in grande considerazione)”.
Per quali tipologie di rischio particolari, un intermediario si rivolge a Rise? E quali i prossimi settori da aggredire?
“Abbiamo esperienze e soluzioni “in-house” per Financial Lines (D&O e R.C. Professionale), Infortuni, R.C. Generale/RC Prestatori di Lavoro/Prodotti, Trasporti (Cargo e Yacht) ma anche per l’ampia e varia gamma dei rischi Specialty, quindi rischi Contingency, sportivi, parametrici, grazie soprattutto al privilegio di un accesso diretto al mercato Lloyd’s per il tramite dei nostri partner di Guest Krieger (Lloyd’s Broker storico di base a Londra, di cui noi rappresentiamo dall’Italia la filiale europea aperta nel 2017 per rispondere alle esigenze post-Brexit). Inoltre, la nostra proposta si sta arricchendo in questo periodo di due prodotti da noi studiati per la clientela PMI e Corporate, uno Property a cui abbinare uno strumento di monitoraggio, valutazione e valorizzazione degli interessi da assicurare studiato da Global Risk Engineering (società che fa parte del nostro gruppo) e l’altro R.C.T./O./P. che rappresenta una soluzione di ampia copertura e gestione agile e veloce”.
Quali sono le vostre principali caratteristiche? E quali convenzioni offrite alla vostra rete di collaboratori?
“Oltre alla possibilità di fornire coperture di alto profilo, il valore aggiunto della nostra proposizione risiede nell’elevato livello di servizio che possiamo garantire da un punto di vista di supporto nell’analisi dei rischi e della velocità di piazzamento/gestione dei rischi in parallelo con i nostri intermediari clienti. Tranne che in qualche caso, generalmente non siamo titolari di prodotti “esclusivi” ma lavoriamo su base lineslip o open market con primarie compagnie assicuratrici e piattaforme proprietarie. Garantiamo, grazie ad accordi di collaborazione diretti, l’accesso a diverse compagnie ed entità assicurative anche di nicchia, occupandoci dell’instaurazione di tutte le attività di trattativa e amministrative conseguenti. Operiamo anche, con spirito e modalità di reale partnership, sulla gestione dei sinistri dei vari assicurati, dialogando e negoziando con periti, gestori e liquidatori”.
C’è un grande fermento nel mondo del brokeraggio italiano che attira l’interesse di grandi player internazionali come Howden e insurtech come la tedesca Wefox. Cosa comporta questo sulla vostra attività?
“L’impatto delle citate operazioni non ha un effetto diretto e tangibile sulla nostra operatività. Tuttavia, beneficiamo, come diversi altri colleghi, della positiva eco in termini di immagine e reputazione che queste acquisizioni e partnership con giganti stranieri generano al nostro mondo, a riconoscimento del potenziale del nostro mercato assicurativo e della solidità del tessuto economico italiano. L’attuale ciclo e periodo di acquisizioni e concentrazioni ci ha riguardato direttamente con l’operazione Crown e non escludiamo di poter in futuro ancora partecipare ad attività di M&A”.
Come vede il futuro del brokeraggio assicurativo?
“Soffermandoci sulle classi di rischio che maggiormente conosciamo, quindi corporate, professionisti, linee persona e Specialty, riteniamo che i broker (così come gli agenti assicurativi più strutturati e “evoluti”), dovranno essere sempre più capaci e pronti nell’aiutare la propria clientela nell’adeguamento degli strumenti di mitigazione e protezione di nuovi rischi emergenti o crescenti a seguito delle evoluzioni tecnologiche, socio-politico-economiche e legislative. Pensiamo solo a come si sono sviluppate le tematiche di R.C. Professionale e Cyber negli ultimi anni, a come si dovrà adattare la RC Prodotti per tener conto dell'impatto dell'intelligenza artificiale e alle soluzioni alternative che probabilmente verranno studiate per la copertura dei rischi catastrofali e naturali.
Il broker vincente sarà quello capace di identificare, proporre e collocare polizze sempre più tailor-made, flessibili per rischi sempre più articolati e complessi.
Siamo certi che il mercato del brokeraggio nei prossimi anni sempre più si avvarrà di soluzioni insurtech e coglierà le maggiori opportunità di diversificazione dei ricavi e crescita generale grazie alle evoluzioni dei prodotti mobility, embedded insurance ed healthtech.
Ma per essere realmente vincente, specie in un tessuto come quello italiano, al tech deve essere abbinata sempre la componente umana, l'unica in grado di trasmettere sicurezza, competenza ed empatia.
Da un punto di vista normativo, invece, temiamo che la regolamentazione di settore sia sempre più onerosa - in termini di risorse e tempo - per i broker, senza che questi siano totalmente allineati all’idea che tali novità portino reali benefici alla tutela dei clienti”.