
Gli investitori retail italiani tornano dalle vacanze più fiduciosi, ma rimangono alla finestra: la recessione fa paura al portafogli, mentre non si rinuncia alla ricerca di rendimento. Questo quanto emerge dall'ultimo Retail Investor Beat, sondaggio condotto su base trimestrale della piattaforma di trading e investimento eToro su un campione di 10.000 investitori retail distribuiti in 13 Paesi nel mondo, di cui 1.000 in Italia.
I dati mostrano come le paure di una recessione, globale (16%) ma soprattutto domestica (23%), rimangano in cima ai rischi percepiti per i portafogli di investimento, mentre l’inflazione diventa un rumore di fondo (12%), superata anche dalle preoccupazioni per il rialzo dei tassi di interesse (13%). Si tratta di uno scenario molto diverso rispetto a sei mesi fa, quando l'inflazione era la preoccupazione numero uno (19%) mentre la tenuta dell’economia italiana non veniva percepita come una minaccia (10%).
Le ombre sulla resilienza economica non sembrano comunque intaccare la fiducia nelle scelte di investimento, con il numero di investitori italiani che si dice confidente nel proprio portafogli salito dal 71% del secondo trimestre al 79% del terzo. Gabriel Debach, market analyst di eToro, commenta: “Gli investitori retail non sono più focalizzati sull'inflazione e si sentono chiaramente ottimisti sulla capacità delle banche centrali di contenere l'aumento dei prezzi senza ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Sebbene le preoccupazioni si siano spostate sulla recessione che questi aumenti dei tassi di interesse potrebbero causare, questo non sta pesando sul sentiment nella stessa misura in cui lo faceva l'inflazione”. ridurlo.
Il comparto che probabilmente beneficerà di più di questa ripresa del sentiment è quello tecnologico, con gli investitori che, nel quarto trimestre, si dimostrano più propensi ad aumentare gli investimenti in questo settore rispetto a qualsiasi altro (16%). A seguire, i servizi finanziari (12%), un settore che storicamente ottiene buoni risultati in presenza di tassi d'interesse elevati, l’energia (11%) e l’immobiliare (8%). I settori meno interessanti per gli investitori retail nel quarto trimestre sono, invece, i beni di consumo discrezionali e gli industriali.