
La strada per il salvataggio del Fondo Pensione Agenti si fa sempre più in salita. Dopo l’acceso confronto pubblico fra Ania e le rappresentanze degli agenti durante il convegno di Insurance Connect dedicato agli intermediari di giovedì scorso, salvo clamorosi colpi di scena dell’ultimo minuto l’unica ipotesi sul tavolo porta al commissariamento del Fondo.
Sollecitato da Maria Rosa Alaggio, direttore di Insurance Connect, il responsabile della commissione distribuzione di Ania Franco Ellena ha ribadito come la proposta di salvataggio avanzata dall’Ania non sia negoziabile. E la palla torna nella metà campo degli agenti, alquanto infastiditi, seppure con sfumatore ben diverse, dai 16 milioni di euro messi a disposizione dalle compagnie per coprire un buco prospettico da 700 milioni (con la previsione di trasformare il Fondo da prestazione definita a contribuzione definita).
“Il Fondo pensione agenti – ha detto Ellena - non mai stato riformato e oggi continua a ragionare come i sistemi pensionistici di 30 anni fa. Nessuno degli agenti propone ai clienti fondi pensione con queste caratteristiche perché tecnicamente non stanno in piedi”.
“Il Fondo – hacontinuato Ellena - è figlio di un modello di relazione tra agenti e compagnie che non esiste più, facendo riferimento a un periodo in cui l’agente operava totalmente in esclusiva ed era più parasubordinato che imprenditore. Col passare degli anni ci sono state delle riforme che hanno modificato il rapporto fra compagnie e agenti. Ania sostiene che il fondo debba continuare a esistere, ma vada modificato, passando da un sistema a prestazione definita a uno a contribuzione definita, adeguandosi così alla situazione attuale. Oggi c’è chi percepisce pensioni tecnicamente e dal punto di vista attuariale fuori dal mondo, superiori a quelle tecnicamente maturate”.
L’unico spiraglio aperto è lasciato alle singole imprese che, in piena autonomia, avrebbero la facoltà di aumentare il contributo per i propri agenti, andando ad aprire una partita tutta politica che metterebbe in discussione il ruolo delle stesse rappresentanze. In questa maniera infatti diventerebbe più che decisivo il ruolo dei singoli gruppi aziendali, con la delegittimazione del ruolo delle rappresentanze nazionali. Un rischio evidenziato e sottolineato con forza dal presidente dello Sna. Claudio Demozzi ha poi ricordato che sono oggi 11.000 gli agenti che ricevono una pensione di 4-5.000 euro all’anno, un importo inferiore a quello della pensione sociale e “umanamente non me la sento di essere complice della “rottamazione dei pensionati”. In realtà le risorse ci sono visto che gli utili delle compagnie sono miliardari. È la volontà di negoziazione che non c’è. Per lo Sna esistono altre soluzioni. Noi siamo pronti a sacrificare le nostre prestazioni future pur di salvare i nostri pensionati”.
Per Vincenzo Cirasola, presidente di Anapa, “la cruda realtà, è che se il Fondo viene liquidato,ad avvantaggiarsene saranno solo le compagnie che, nonostante siano corresponsabili del default, andrebbero a risparmiare, oltre all'ingeneroso contributo straordinario offerto, anche i contributi ordinari versati in funzione della loro partecipazione paritetica al fondo. E, fatto ancor più grave, non saranno più vincolate a versare nessun contributo paritetico con buona pace dei diritti collettivi di un’intera categoria. Chi saranno allora gli sconfitti? Di certo tutti Noi Agenti attivi, i giovani in particolar modo ed i pensionati. I primi perderanno tutto o quasi quello che avranno versato, compreso i versamenti volontari, che in alcuni casi sono assai cospicui. I secondi, più tutelati, avranno la riduzione delle loro pensioni che continueranno a percepire finché non si esaurirà definitivamente l’attivo del fondo. Per questo motivo mi auguro che venga attuata una sana autocritica da parte di chi aveva la gestione del Fondo e contestualmente un assunzione di seria responsabilità, per scongiurare definitivamente il rischio di commissariamento da parte della Covip, che verrebbe a sancire la sconfitta della capacità di un’intera categoria di gestire il proprio sistema di previdenza, anche nei confronti della nostra clientela”.