Nel 2023 i broker hanno guidato la crescita della raccolta dei rami danni, generando 2 dei 3,1 miliardi di euro di incremento registrati nel corso dell’anno rispetto al 2022 (il 66%). Non solo: dal 2017 è costantemente aumentato il volume dei premi danni gestiti dagli intermediari, salito da 13.466 milioni di euro (il 36,3% della quota di mercato complessiva) a 17.964 milioni (il 40,2%) nel 2023.
Sono i numeri evidenziati da Aiba, l’associazione italiana broker di assicurazioni e riassicurazioni. Durante l’assemblea annuale dell’associazione, il presidente Flavio Sestilli ha analizzato il quadro del mercato del brokeraggio a partire dalla rielaborazione di dati Ania e dallo studio di fonti dirette del settore.
“La nostra analisi sottolinea innanzitutto un aspetto: il grande lavoro che i broker hanno svolto anche nel corso dell’ultimo anno, evidenziando un forte dinamismo nel settore assicurativo”, ha detto Sestilli. “Questa performance è strettamente connessa al ruolo consulenziale della nostra categoria: il brokeraggio ricopre un ruolo decisivo in particolare dove occorre consulenza qualificata e vi sono rischi “complessi” che richiedono la necessità di condurre un’analisi puntuale del rischio e individuare e costruire insieme ai clienti soluzioni ad hoc, come avviene in particolare col mondo delle imprese. Il mercato assicurativo vede oggi troppo spesso polizze standard, non declinate ad esempio sulle specificità di un settore di attività. I broker attuano invece un approccio tailor made, sedendosi a fianco del cliente e identificando soluzioni di protezione il più possibile su misura. Guardando al futuro, vedo margini di ulteriore crescita per il nostro ruolo soprattutto per quanto riguarda tre grandi tipologie di rischio: i catastrofali, il rischio ambientale e la sicurezza informatica. Promuovendo consapevolezza e supportando il tessuto produttivo nell’individuare le soluzioni più idonee di tutela, i broker possono dare un contributo fondamentale alla protezione del Paese”.