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La leadership del mercato off-shore è saldamente e da tempo nelle mani della Svizzera – che da sola detiene quasi un quarto del totale degli asset mondiali – tuttavia il colosso finanziario del Sud-Est asiatico si sta rapidamente espandendo al punto da minacciare il secondo posto in classifica attualmente detenuto dal Regno Unito.
Hong Kong e Singapore hanno registrato nel 2015 il più alto tasso di crescita (il 10% annuo) di “high net-worth individuals” che hanno investito presso il loro mercato off-shore, stando a quanto dichiara il Global Wealth Report 2016 del Boston Consulting Group. Le previsioni per i prossimi anni sono di un andamento costante a questo ritmo per entrambi i paesi, tanto che la quota di asset detenuti dai due insieme raggiungerà nel 2020 il 23% su scala globale. Di questo passo si prevede che entro quattro anni Singapore avrà superato Londra in quanto a percentuale di mercato controllata.
Nel resto del mondo
A livello mondiale gli investimenti in società off-shore sono diminuiti marginalmente del 3% nell’ultimo anno. In compenso però sono aumentati i capitali provenienti da nazioni del cosiddetto “nuovo mondo”, ovvero paesi in via di sviluppo quali quelli mediorientali e africani. Questi detenevano nel 2015 il 65% delle ricchezze off-shore, contro il 57% di 5 anni fa. Secondo il report infatti la tensione economica e politica presente in questi stati spinge gli investitori a cercare di riporre i propri asset in località più attrattive, anche a causa dello scarso accesso a prodotti finanziari sofisticati in patria.