
Secondo un’analisi di Altroconsumo condotta tra maggio e giugno 2025 in 11 Paesi europei, appena un italiano su dieci ha scelto di investire in prodotti finanziari sostenibili. Un dato che evidenzia un ritardo significativo rispetto alla Svezia (24%) e alla Germania (19%) e che riflette un clima di scarsa fiducia e confusione normativa.
Dall’indagine, realizzata in collaborazione con l’Organizzazione europea dei consumatori (Beuc) e altre associazioni internazionali, emerge che informazioni poco chiare e regole complesse frenano l’interesse dei risparmiatori. Quattro italiani su dieci ritengono che le dichiarazioni “green” siano fuorvianti o difficili da verificare, mentre il 29% lamenta la difficoltà di reperire informazioni attendibili. Nonostante ciò, tra chi ha già investito, sette su dieci si dichiarano soddisfatti.
La maggioranza degli intervistati si affida ancora ai consulenti bancari, ma il 91% ammette di essere stato influenzato dall’uso di termini come “green” o “sostenibile” nei nomi dei prodotti, segno di una educazione finanziaria ancora carente.
L’analisi sottolinea inoltre la necessità di contrastare il greenwashing: il 78% degli italiani chiede controlli più severi sui prodotti che si definiscono sostenibili. La Commissione europea sta rivedendo il Regolamento 2019/2088 (SFDR) per rendere più chiari i criteri di sostenibilità, e Altroconsumo propone una definizione più rigorosa di investimento sostenibile, criteri di esclusione precisi e maggiore formazione per i consulenti finanziari. Come ha ricordato il Segretario Generale dell’ONU António Guterres, “gli obiettivi di sviluppo sostenibile sono la nostra mappa condivisa per realizzare i diritti umani, ma per percorrerla serve carburante: finanza”.