
Oltre 24 milioni di italiani (pari al 55,3% della popolazione di 16-74 anni) ha fatto acquisti online nel 2022. In particolare, spiega l’Istat in una nota inviata alla commissione Attività produttive, commercio e turismo, il 37,3% ha ordinato o comprato merci o servizi negli ultimi 3 mesi, il 12% nel corso dell’anno e il 6% più di un anno fa.
Si registrano forti differenze legate all’età, al genere e al territorio di appartenenza.
Il commercio online è più diffuso nella fascia d’età 16-44 anni e tra gli uomini, mentre tra i più giovani (16-24 anni) il divario di genere si annulla, con un vantaggio a favore delle donne.
Nel 2021 la percentuale di imprese con almeno 10 addetti che hanno effettuato vendite online continua a essere contenuta (18,3%) rispetto alla media Ue (22,8%).
Tra le grandi imprese, una su due ha effettuato vendite online (46,7% rispetto a 44,1% medio Ue), ma la quota scende al 16,7% per le imprese di 10-49 addetti (20,8% Ue). La propensione alla vendita online delle imprese era aumentata nel 2020 dal 16,3% al 18,4% per effetto della pandemia.
Rispetto al territorio, il 43,9% della popolazione residente nel Nord ha effettuato acquisti online negli ultimi 3 mesi a fronte del 26,5% di quella residente nel Mezzogiorno.
Tra il 2020 e il 2021 si è registrato un incremento di oltre 7 punti percentuali nel ricorso al commercio elettronico, grazie all’aumento degli utenti che hanno effettuato almeno un acquisto online negli ultimi 3 mesi (dal 31,4% nel 2020 al 39,8% nel 2021).
Nel 2021, il 15,5% delle imprese con almeno 10 addetti ha venduto via web, mentre il canale business-to-business è stato utilizzato dal 4,4%. Le imprese che hanno avuto come clienti i consumatori privati sono l’86,1%; nel 74,1% dei casi le imprese hanno usato siti web o app propri, nel 62,1% dei casi sono stati utilizzati siti o app di intermediari (media Ue27 rispettivamente 85,6% e 44,4%).