Marsh ha pubblicato l’edizione 2024 dell’Italian Transactional Risk Insurance Market Report, condotto rispetto ai dati 2023 e include i risultati di una survey che ha coinvolto 20 assicuratori transactional risk attivi in Italia, per offrire una panoramica sull’attività assicurativa connessa alle operazioni di merger & acquisition.
Dallo studio si osserva un incremento del 5% nella diffusione di soluzioni assicurative in ambito M&A, ma più di 8 operazioni su 10 sono ancora scoperte. Inoltre, l’aumento delle operazioni, in concomitanza con la diminuzione del loro valore e la competizione tra i player assicurativi, ha dettato un calo del pricing delle polizze (-9%), mentre si consolida l’interesse verso la sottoscrizione dei rischi di natura fiscale.
Marco Araldi, amministratore delegato di Marsh Italia, ha commentato i risultati del report: “Il trend di crescita lineare nell’utilizzo delle polizze di Transactional Risk Insurance che stiamo riscontrando ormai da più di sei anni è un segnale importante della solidità e del livello di maturità che questo mercato sta raggiungendo nel nostro Paese. La presenza di un gran numero di piccole e medie imprese di elevata qualità, interessate da processi di managerializzazione, passaggi generazionali e internazionalizzazione continua a suscitare l’interesse dei fondi di Private Equity, che tutt’oggi giocano un ruolo trainante nel mid-market italiano, affidandosi a soluzioni di TRI per il trasferimento dei rischi. Questo apre opportunità significative in un mercato che, come sottolineano i nostri rilevamenti, offre ancora ampi margini di penetrazione dello strumento assicurativo. Tali opportunità andranno evidentemente colte dagli operatori di Transactional Risk Insurance predisponendo investimenti che garantiscano alle aziende e ai fondi dei livelli di copertura e di tutela adeguati, in grado di creare valore e supporto nelle sfide con le quali queste realtà dovranno misurarsi”.
I dati della survey 2023 di Marsh hanno confermato la solidità del mercato italiano delle soluzioni TRI, con una crescita del 5% nel numero di soluzioni sottoscritte da fondi di Private Equity e Corporate nel nostro Paese: 231 le polizze sottoscritte a fronte delle 219 rilevate nel 2022. Tra i settori più coinvolti manifatturiero, food, infrastrutture, energie rinnovabili e real estate. Prosegue quindi il trend positivo inaugurato a partire dalla prima rilevazione della serie storica nel 2017, quando questo numero si fermava a 64. Più che raddoppiate le soluzioni di TRI nell’ultimo quinquennio (+160% rispetto alle 89 del 2018), sebbene si riscontri un naturale rallentamento nella crescita dopo i numeri record del 2022, che aveva segnato un +45% rispetto all’annata precedente.
“Per venditori e acquirenti coinvolti nei deal la generale tendenza alla riduzione dei prezzi delle polizze ha creato, e continua a creare anche oggi, le condizioni ideali per la sottoscrizione di queste soluzioni”, conclude Araldi. “Ciò anche in ragione della maggiore flessibilità e apertura degli assicuratori verso la definizione di prodotti sempre più in linea con le specifiche necessità delle parti, nonché della crescente disponibilità di risorse destinate al trasferimento dei rischi fiscali noti, tra le principali criticità in grado di inficiare la riuscita delle transazioni”.