Secondo una relazione UE, il settore dell’innovazione è in crescita in Europa, tanto da essere molto vicino dal raggiungere i livelli di Stati Uniti e Giappone e continua ad essere in vantaggio rispetto all’Australia, il Canada e le principali economie emergenti.
Ma se complessivamente parliamo di un settore con grandi prospettive, permangono forti differenze tra le diverse aree del continente. Il quadro di valutazione annuale dell’Unione dell’innovazione misura i progressi compiuti dai paesi europei sulla base di 25 criteri tra cui: finanziamenti; istruzione; pubblicazioni scientifiche; gli sforzi compiuti dalle imprese a livello di investimenti e domande di brevetto; le ricadute dell’innovazione sull’economia.
Dalla relazione di quest’anno emerge che nel complesso, i progressi derivano da un aumento delle domande di marchi UE e dall’impegno di dottorandi provenienti da paesi extraeuropei. Tuttavia, questa evoluzione positiva è stata rallentata da un calo degli investimenti in capitale di rischio. All’interno dell’UE, Svezia, Danimarca, Germania e Finlandia – i paesi che investono maggiormente in ricerca e innovazione – continuano ad essere in cima alla classifica e ottengono ottimi risultati per tutti i criteri. Portogallo, Estonia e Lettonia hanno registrato i migliori progressi negli ultimi 2 anni, anche se la Lettonia, insieme a Bulgaria e Romania, risulta essere ben al di sotto della media UE. La relazione punta ad aiutare i paesi dell’UE ad individuare i loro punti di forza e e le loro debolezze e a mettere a fuoco i settori che in cui occorre concentrare gli sforzi.
Sono pochi i paesi che hanno conseguito progressi omogenei su tutto il territorio. Anzi, il divario tra le regioni è aumentato negli ultimi 2 anni. Tuttavia, grazie ai Fondi strutturali e di investimento, oltre 100 miliardi di euro saranno ora destinati a sviluppare la ricerca e l'innovazione nelle singole regioni.