
A conclusione dell'anno dedicato alla campagna contro la disintermediazione del servizio assicurativo, l'UEA (Unione Europea Assicuratori) ha inviato un esposto all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato contro le cattive pratiche commerciali dei comparatori online.
La conclusione di pochi giorni fa dell'indagine Ivass sugli stessi comparatori avvalora la tesi sostenuta da UEA da tempo, con un allarme lanciato giusto un anno fa dalle colonne del Sole 24 Ore.
UEA rileva con soddisfazione anche la presa di posizione delle associazioni dei consumatori che, a seguito dell'inchiesta dell'Ivass hanno addirittura chiesto di “oscurare le pagine web dei siti denunciati almeno fino a che l'Istituto non potrà verificare la correzione delle criticità emerse”, secondo una nota del Codacons. Per l'associazione Konsumer Italia “la bocciatura è totale” e il ftto di aver “scoperchiato il pentolone ingannevole delle false comparazioni” fa sì che “i consumatori non possono stare tranquilli”.
Il ricorso inviato da UEA all'Agcom verte su un'ampia e documentata serie di rilievi. I più significativi dei quali sono:
- il risparmio promesso e pubblicizzato non cita il termine di paragone rispetto al quale tale risparmio andrebbe calcolato;
- non è chiaro il rapporto che lega i comparatori alle compagnie. Si tratta di una omissione che pregiudica la conoscenza che il consumatore deve avere rispetto a potenziali conflitti di interesse, come rilevato da Eiopa nelle linee guida elaborate sui comparatori online;
- molti comparatori online rimarcano la gratuità del loro servizio precisando che il premio di polizza non viene gravato da commissioni, ma questo contrasta con il fatto che questi soggetti si qualifichino come broker e siano iscritti alla sezione B del Rui.
“UEA non ha pregiudizio alcuno nei confronti di chi intermedia in concorrenza con gli agenti – afferma Roberto Conforti, presidente UEA – ma ha un chiaro e forte pregiudizio nei confronti d ichi si improvvisa, abusivamente intermediario assicurativo o previdenziale, proponendosi inopinatamente quale gestore professionale di rischi altrui forte solo della sua ignoranza – che coltiva non avendo obblighi formativi – e della sua illegalità che alimenta fingendosi sempre un tertium genus non tenuto al rispetto delle regole e delle leggi vigenti. Questa è la posizione, ferma e irremovibile di UEA”.