In una intervista rilasciata a TMNews il direttore generale dell’Ania, Dario Focarelli, ha spiegato che le norme della direttiva europea Solvency II approvata nel marzo scorso, “puntano a rafforzare la protezione ai consumatori e a migliorare l'efficienza e la competitività delle imprese assicuratrici attraverso regole uniche per tutti i Paesi dell'UE che mettano in correlazione il capitale con i rischi nei quali le imprese incorrono”.
Le regole in questione si pongono un traguardo importante: non avvantaggiare alcuni Paesi a discapito di altri. La direttiva Solvency II è una evoluzione normativa di Solvency I che propone alcuni vantaggi come maggiore concorrenza e determinazione dei costi tenendo conto della volubilità dei mercati finanziari. Come spiega ancora Focarelli, la discriminazione avviene ad esempio prendendo in considerazione i titoli tedeschi su scadenza decennale: il loro rendimento è sempre più alto rispetto a quelli degli altri Paesi, e questo è sempre un vantaggio. Il mercato finanziario invece mette alla pari rendendo competitivo senza apporre discriminazioni.
La trasparenza e la tutela dei clienti di assicurazioni auto completano il quadro facendo sì che la direttiva si presenti come novità positiva per i Paesi ma soprattutto per gli assicurati. Ma ci sono anche punti negativi che non vengono risolti. Uno degli svantaggi più trascurati è proprio quello di non trovare un obiettivo che punti alla diminuzione dei costi per i clienti. La volubilità del mercato può esser la soluzione, ma il problema resta sempre a livello nazionale. Se lo Stato non redige leggi che intensifichino i controlli sugli assicurati, le imprese mostreranno sempre il diritto di proporre polizze alte a fronte degli eventi verificabili più frequentemente, mostrando il rischio elevato di incorrere in perdite economiche e quindi giustificando i costi elevati proposti. Un esempio è la scorretta condotta di guida degli automobilisti italiani che ha concorso, assieme ad altri fattori, all'aumento delle RC Auto avvenuto negli ultimi anni. Un mercato unico potrebbe rivelarsi troppo rigido e rendere le polizze meno vantaggiose per imprese di alcuni Paesi. Alla fine si deduce che la strada da percorre è ancora lunga. Lo stabilire un aumento del margine minimo di solvibilità (ovvero, il requisito patrimoniale minimo) è solo la prima delle tante modifiche che dovranno esser fatte nel campo assicurativo.