
Rispetto a un anno fa è in calo il sentimento di sfiducia delle imprese italiane. Secondo l’ultima rilevazione di Unioncamere (con riferimento agli andamenti del III trimestre e alle previsioni per il IV trimestre del 2013), il settore produttivo comincia a dare qualche timido segnale di ripresa, anche sul fronte del mercato interno, mentre all’estero i segnali positivi sono già stati consolidati. Rimangono comunque profonde le differenze tra le piccole imprese, in particolare artigiane, e quelle più grandi: per le prime i segnali di inversione di tendenza sono decisamente meno netti. Le difficoltà ancora non sono passate anche per le imprese commerciali e, tra i servizi, per quelle turistiche.
Per l’industria manifatturiera, circa gli ordinativi attesi nel IV trimestre del 2013, si continua a trovare traccia del divario che accompagna gli andamenti dell’industria manifatturiera dal 2010 in poi. Rimangono infatti negative le aspettative riguardanti gli ordinativi provenienti dal mercato interno (-9,4 punti la differenza tra ottimisti e pessimisti), mentre sono saldamente in zona positiva quelli che rispecchiano il contributo atteso dalla domanda estera (+19,2 il saldo). Il tratto comune è comunque un deciso miglioramento del sentiment delle imprese rispetto a un anno fa, quando le previsioni per la parte finale dell’anno mostravano un pessimismo più marcato su tutti i fronti. Anche in funzione dell’arrivo delle festività natalizie, sul versante della domanda interna emergono aspettative di segno positivo per gli ordinativi delle industrie alimentari (+23,5), mentre tra gli altri settori, la meccanica e i mezzi di trasporto, le industrie elettriche ed elettroniche e la chimica manifestano saldi migliori della media (sebbene di segno negativo), grazie in alcuni casi a decisi miglioramenti di prospettiva rispetto al 2012.
Su scala territoriale, l’outlook per gli ordinativi interni è positivo solo per la imprese manifatturiere del Centro. La domanda estera sostiene, invece, le attese nell’insieme dei settori e dei territori, ma in particolare quelle delle industrie alimentari, del legno-arredo e della meccanica; mentre sotto il profilo geografico sono soprattutto le regioni del Nord-Est a esprimere previsioni più ottimistiche sugli ordinativi esteri.
Ma come sono andati gli affari nel terzo trimestre? Il mercato interno penalizza ancora le dinamiche della produzione e del fatturato, che rimangono in calo tendenziale (rispettivamente, -1,9 e -1,3%), ma le riduzioni si dimezzano rispetto al II trimestre dell’anno. Solo le industrie chimiche riportano livelli produttivi in ripresa (+0,8%), mentre la meccanica, l’elettronica e la metallurgia riducono la produzione ma in maniera meno intensa della media. Il più penalizzato è il settore del legno-arredo (-3,6%). Sotto il profilo geografico, il Nord-Ovest, con Piemonte e Lombardia in testa, riesce a raggiungere una seppur lieve espansione della produzione manifatturiera, mentre le altre aree del Paese sono ancora in territorio negativo, sebbene con evidenti differenze (-0,2% per il Nord-Est e -8,5% per il Sud e Isole). Si rafforza, invece, il trend crescente per il fatturato estero (+3,3%), un tasso di espansione che non veniva raggiunto dal III trimestre del 2011.