
UnitedHealth Group, il più grande assicuratore sanitario privato degli Stati Uniti, ha deluso le aspettative di Wall Street nel primo trimestre del 2025, scatenando un crollo del titolo di quasi il 20% nella mattinata di giovedì scorso. Il vero problema, secondo gli analisti, è strutturale e si chiama Medicare Advantage.
Il gruppo possiede infatti la più ampia quota di mercato nel programma assicurativo gestito privatamente per gli over 65. Ciò lo espone maggiormente agli effetti di uno squilibrio tra l’uso dei servizi da parte degli assistiti e i rimborsi ricevuti dal governo, che ha pesato in modo significativo sui conti trimestrali.
La compagnia ha dovuto rivedere al ribasso le stime di utile per azione per il 2025, portandole da una forchetta iniziale di 29,50-30 dollari a 26-26,50 dollari.
“Stiamo sopportando una fortissima pressione proprio per la nostra posizione di leadership in questo mercato”, ha commentato l’amministratore delegato Andrew Witty durante la conference call sui risultati.
Secondo un’analisi del centro studi sanitario KFF, oltre la metà degli aventi diritto a Medicare ha scelto un piano Advantage. Nel 2024, UnitedHealthcare contava 9,4 milioni di iscritti (il 29% del totale), seguita da Humana con 6 milioni (18%) e CVS con 4,1 milioni (12%).
Già lo scorso anno il settore Medicare Advantage aveva sofferto per lo stesso motivo: maggiore utilizzo delle coperture da parte degli anziani e, contemporaneamente, tagli ai fondi pubblici.
Tutti i principali operatori del settore — inclusi CVS e Humana — si trovano nella difficile posizione di dover gestire l’aumento della domanda, una riduzione nei rimborsi e un cambiamento nei modelli di pagamento, previsto entro il prossimo anno. Nel 2024, anche l’allora Ceo di CVS, Karen Lynch, aveva affrontato la questione nel corso della call sui risultati del primo trimestre, segnalando le stesse difficoltà.