
L’industria assicurativa ha tirato un gran respiro di sollievo nel vedere l’uragano Matthew colpire la Florida (sei morti e una lunga la scia di danni con alberi sradicati e case scoperchiate) e indebolirsi prima di centrare la Carolina.
Le prime stime indicano un ammontare di danni assicurati tra i 4 e i 6 miliardi di dollari, secondo la società di analisi, CoreLogic che però non considera gli eventuali danni da alluvioni susseguenti e neanche i danni indiretti.
L’arrivo di Matthew negli Stati Uniti era molto temuto e per alcuni giorni della scorsa settimana l’allarme era al massimo livello, in quanto si temeva potesse essere il più grave uragano degli ultimi dieci anni e il secondo più dannoso di sempre, alle spalle del devastante Katrina del 2005. Infatti, i danni dovrebbero essere di molto inferiori ai 25 – 30 miliardi di dollari che si attendevano prima dell’arrivo dell’uragano negli Stati Uniti, dove comunque il bilancio di 19 vittime è alquanto pesante: 8 in North Carolina, 4 in Georgia, 6 in Florida e 1 in South Carolina. Nel North Carolina 4 persone risultano disperse. Per questi Stati il presidente Barack Obama ha firmato il decreto per lo stato di emergenza.
Ben diversa la situazione di Haiti dove l’uragano ha sprigionato la sua massima potenza, provocando circa 900 vittime. Danni incalcolabili sono stati rilevati a St. Augustine, la città più antica degli Stati Uniti, fondata nel 1565.