
Giornate complicati in casa Zurich Italia. Arrivato l’annuncio dell’avvio del processo di riorganizzazione che avrebbe portato alla chiusura di 10 sedi italiane di Zurich, le segreterie nazionali di First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia, Uilca, si sono messe subito al lavoro contestando il progetto volto inevitabilmente a introdurre un nuovo modello di lavoro e chiedendo un incontro ai vertici aziendali. Alessandro Castellano, Ceo di Zurich Italia, ha accolto la richiesta avviando subito il confronto con le sigle sindacali.
Da quanto si apprende da una nota congiunta di First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia, Uilca la discussione si è conclusa con l’accantonamento del progetto che avrebbe portato il gruppo a chiudere gli ispettorati di Bari, Brescia, Firenze, Genova, Modena, Napoli, Padova, Rimini, Roma, Torino e trasferire i 166 dipendenti nella sede di Milano.
“Tale decisione – scrivono le segreterie nazionali di First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia e Uilca – è stata motivata da Zurich dalla contestuale necessità di implementare un modello di lavoro che consenta di rispondere in modo adeguato alle sfidanti evoluzioni del mercato assicurativo e del lavoro in generale, concentrando l’organizzazione produttiva in un unico centro a Milano e dall’esigenza di ottimizzare i costi fissi, alla luce del profondo mutamento del contesto socio-economico e dell’accelerazione verso nuovi modelli di organizzazione del lavoro”.
Le organizzazioni sindacali hanno opposto al disegno della compagnia tre punti sostanziali:
- È un modello che pone un problema di sistema perché abbina, in modo improprio, il taglio dei costi fissi all’utilizzo dello smart working. Un conto è l’idea, com’è nello spirito e previsioni della legge 81/2017 sul lavoro agile e del protocollo di settore sottoscritto il 24 Febbraio u.s, del lavoro agile inteso come strumento per accrescere la produttività e migliorare il benessere nel work life balance; altro conto, come contenuto nel modello proposto, l’idea di utilizzare il lavoro agile alla stregua di una scorciatoia per usufruire di 1risparmi sui costi fissi, innanzi tutto da un punto di vista immobiliare, e imporre addirittura una mobilita forzata, a tendere;
- si crea il rischio di un potenziale impatto negativo rispetto ai diritti della clientela. Un modello di questa natura, nell’organizzazione adibita alla liquidazione in particolare di sinistri del ramo Rc Auto, non garantisce un servizio efficiente, puntuale e omogeneo sull’intero territorio nazionale come Ivass ha sempre richiesto e sollecitato alle compagnie;
- un modello di questa natura, in una fase cosi delicata e complessa che il Paese vive, è in contrasto con il ruolo strategico che le assicurazioni devono avere nel sostegno e rilancio dell’economia reale; al contrario, contribuisce ad una sorta di desertificazione del territorio creando ulteriore divario tra le diverse aree del Paese. Inoltre contrasta anche con il positivo stato di salute del settore assicurativo, richiamato dallo stesso presidente Ivass Signorini nella Relaziona annuale dell’istituto del 1 luglio u.s. in cui evidenzia gli “utili alle stelle” da parte delle compagnie.
La nota dei sindacati spiega che preso atto dalle posizione e delle osservazioni, Alessandro Castellano “ha dichiarato di voler sospendere il nuovo modello di lavoro per consentire una profonda riflessione all’azienda, ritenendo diversi argomenti posti dal sindacato seri e anche condivisibili”.
Per le associazioni rappresentanti i lavoratori il passo indietro di Zurich “è un grande successo del sindacato e dei lavoratori che, fin da subito, si sono opposti alla pericolosa deriva che la realizzazione di tale piano avrebbe rischiato di innescare”.