Fallimenti
Nei primi nove mesi del 2021 sono fallite 6.761 imprese, in aumento del 43,6% rispetto a un anno fa, quando i fallimenti furono 4.709 e l’attività dei tribunali era ferma per effetto del Covid. Il dato risulta invece inferiore del 15,9% rispetto alla fase pre-pandemia, quando nello stesso periodo del 2019 a dichiarare fallimento furono 8.042 imprese.
L’epidemia di COVID-19 colpisce molto duramente gli Stati Uniti, Coface prevede quindi nello scenario di base che il PIL del Paese subirà una contrazione del 5,6% nel 2020, prima di riacquistare il 3,3% nel 2021. Questa previsione è minacciata dal ritorno della pandemia in numerosi Stati, che stanno già interrompendo, se non addirittura invertendo, la ripresa dell’attività dopo il blocco massivo provocato dal Coronavirus a marzo ed aprile.
Nel suo ultimo Barometro sul rischio Paese, Coface prevede un incremento del 25% del fallimento di imprese a livello globale per il 2020. Un anno caratterizzato dalla pandemia Covid-19 che mette in discussione il futuro assetto economico e sociale del pianeta. Solamente nel gennaio scorso, poco prima dell’esplosione della crisi sanitaria, si prevedeva un incremento dei fallimenti del 2%.
Sono sempre meno le imprese italiane che dichiarano fallimento. Nel secondo trimestre del 2017 sono state 3.190 le aziende che hanno portato i libri in tribunale (facendo così salire a 6.188 il numero nei primi sei mesi dell’anno). Una cifra che, dopo il picco raggiunto nel 2014 quando i fallimenti erano stati 15.336 (4.190 nel secondo trimestre), è calata costantemente anno su anno. Rispetto al 2016, infatti, le imprese fallite sono diminuite del 15,7%, del 17,8% se si fa il confronto con il 2015, e addirittura del 22,2% se si guarda alla situazione del 2014.
Prosegue il calo dei fallimenti delle aziende italiane. Nel 2016 sono scesi del 7% nei primi undici mesi attestandosi a poco più di 1.000 al mese.
In totale sono state 11.655 le procedure fallimentari aperte dalle imprese tra gennaio e novembre dello scorso anno, contro le 12.583 dell’analogo periodo dell’anno precedente.
Sono in chiaroscuro i dati dell’Osservatorio Cerved su Fallimenti, Procedure concorsuali e Chiusure volontarie d’impresa per il secondo trimestre 2016.
Meno fallimenti e meno concordati preventivi per le imprese italiane nei primi tre mesi dell’anno e, soprattutto, un forte miglioramento della situazione nel Sud e nell’edilizia.
Per la prima volta dal 2010 il numero complessivo delle procedure scende al di sotto della soglia di 100 mila. Il 2015 è stato un anno positivo per le chiusure aziendali, con la fine della corsa dei fallimenti e un deciso calo di liquidazioni volontarie e altre procedure concorsuali.
Cresce ancora il numero dei fallimenti aziendali. Secondo i dati diffusi dal Cerved, tra gennaio e marzo sono stati 3.811, il 4,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Si tratta di un nuovo record, anche se nei trimestri precedenti i default crescevano a doppia cifra e si registra un calo delle chiusure aziendali con forme diverse dal fallimento.