Per la prima volta dal 2010 il numero complessivo delle procedure scende al di sotto della soglia di 100 mila. Il 2015 è stato un anno positivo per le chiusure aziendali, con la fine della corsa dei fallimenti e un deciso calo di liquidazioni volontarie e altre procedure concorsuali.
Durante lo scorso anno, infatti, 96 mila aziende hanno avviato un iter di chiusura d’impresa, in calo del 5,6% rispetto alle 102 mila del 2014.
Sono questi, in sintesi, i dati emersi dall’Osservatorio su Fallimenti, Procedure e Chiusure di imprese relativo al 2015, diffusi da Cerved, Gruppo leader in Italia nell’analisi del rischio del credito.
“Il 2015 è un anno che segna una svolta per le chiusure di impresa” - commenta Gianandrea De Bernardis, Amministratore Delegato di Cerved – “Già lo scorso anno avevamo rilevato una diminuzione nel numero complessivo di chiusure, ma non dei fallimenti, che avevano toccato un massimo. Pur rimanendo a livelli storicamente elevati, nel 2015 sono invece diminuiti anche i fallimenti, iniziando un processo che secondo le nostre attese proseguirà nei prossimi anni”.
Per la prima volta su base annuale dall’inizio della crisi, diminuiscono i fallimenti: 14,7 mila aziende italiane hanno dichiarato default nel 2015, il 6,3% in meno rispetto al picco registrato l’anno precedente (15,7 mila). Nonostante questo miglioramento, i livelli restano alti – quasi il doppio rispetto al periodo pre-2008 – e testimoniano il perdurare degli effetti della crisi sull’economia italiana. Il decremento registrato nel corso del 2015 è diffuso a tutte le forme giuridiche (-7,1% per le società di capitale e -5,8% per le società di persone, in particolare).
Dal punto di vista settoriale, la manifattura registra il miglioramento più consistente avvicinandosi ai livelli del 2008. Nel 2015 sono fallite 2,2 mila aziende manifatturiere (-13,8% sul 2014); con cali marcati nella siderurgia (-22,7%), nel sistema casa2 (-20,3%) e nell’automotive (-18,7%). In controtendenza, il largo consumo (+5,6%) e l’hi tech (+9,1%).
I dati indicano che i fallimenti risultano in calo anche nelle costruzioni (-8,4%) e nel terziario (-4,3%), i settori che rimangono più distanti dai livelli pre-crisi, con ancora il doppio dei fallimenti registrati nel 2008.
A livello geografico, le diminuzioni più marcate si registrano nel Nord Ovest (4,4 mila imprese in default; - 10,4% sul 2014). In calo anche i fallimenti nel Mezzogiorno (3,8 mila; -7,5% sul 2014) e nel Centro (-6,4%), mentre risulta in contro-tendenza il Nord Est, con circa 3 mila default (+2,7%) e un nuovo record negativo.
In particolare, in quattro regioni - Trentino, Veneto, Abruzzo e Molise - nel 2015 si è toccato un massimo nel numero dei fallimenti, dall’inizio della serie storica.
Nel 2015 l’andamento delle liquidazioni volontarie ha segnato il valore più basso da oltre un decennio. Le stime indicano in 79 mila le imprese in liquidazione su base annuale, in calo di oltre il 5% sul 2014: un dato molto positivo che conferma come le aspettative di profitto degli imprenditori italiani siano migliorate.