Insolvenze
Nel report economico/settoriale dedicato all’Italia, Atradius prevede una crescita cumulativa di insolvenze e fallimenti aziendali in Italia (+4%) per la seconda metà dell’anno, con un trend in salita atteso anche per il 2022.
Attesa per il 2021 una significativa inversione di tendenza del rischio di default sui pagamenti per molte imprese a livello globale. Da un complessivo -14% dei livelli d’insolvenza registrato lo scorso anno, il rischio default sui pagamenti ha ripreso a correre in tutte le principali economie mondiali.
La crisi economica generata dalla pandemia di Covid-19 preannunciava fallimenti e insolvenze d’impresa in Francia e in generale nell’area euro. Malgrado l’impatto reale della crisi di Covid-19 resti ancora incerto, le insolvenze sono diminuite nel corso del 2020 in tutte le grandi economie europee.
L’epidemia di COVID-19 colpisce molto duramente gli Stati Uniti, Coface prevede quindi nello scenario di base che il PIL del Paese subirà una contrazione del 5,6% nel 2020, prima di riacquistare il 3,3% nel 2021. Questa previsione è minacciata dal ritorno della pandemia in numerosi Stati, che stanno già interrompendo, se non addirittura invertendo, la ripresa dell’attività dopo il blocco massivo provocato dal Coronavirus a marzo ed aprile.
Mentre si profila il rischio di una recessione globale, le aziende dell’Asia consolidano i loro processi di gestione del credito commerciale cercando di ridurre al minimo i rischi derivanti da crediti in sofferenza.
In piena emergenza sanitaria le aziende faticano a tirare avanti e il futuro si fa di giorno in giorno più incerto. La realtà è che il Coronavirus ha messo letteralmente in ginocchio l’economia reale e secondo Euler Hermes siamo prossimi a una vera e propria esplosione di default in tutta Europa.
La pandemia di coronavirus colpisce l’economia mondiale in un momento delicato, fatto di stime di crescita al ribasso, soprattutto a causa del perdurare delle tensioni commerciali. Questo accelera la tendenza all’aumento dei livelli d’insolvenza nelle economie avanzate.
Tornano a crescere, dopo quasi un decennio di flessione, i livelli d’insolvenza negli USA, che dovrebbero attestarsi su un +4% quest’anno. A questo fa da corollario un generale rallentamento della performance economica statunitense, che continua a gravare su esportazioni e investimenti, cui si aggiunge la vulnerabilità delle economie canadese e messicana, all’interno di un contesto commerciale volatile ed incerto.
A oltre tre anni dal voto per la Brexit, Regno Unito e Unione Europea si sono separati con un accordo strutturato di recesso. Venerdì 31 gennaio 2020 a mezzanotte (CET), l’uscita del Regno Unito è diventata realtà. Mentre ora l’attenzione si rivolgerà alle future relazioni commerciali tra il Regno Unito e l’Europa, gli impatti economici a breve termine per il Regno Unito continuano a creare difficoltà alle imprese.
Le insolvenze mondiali sono sempre in crescita, e questo comporta maggiori rischi all’export: questa la conclusione dell’ultimo Global Insolvency Report di Euler Hermes, che copre 44 Paesi e l’87% del PIL mondiale. Le insolvenze di impresa sono cresciute del +9% nel 2019, principalmente in virtù della forte crescita in Cina (+20%) e, in misura minore, dell’inversione di tendenza in Europa Occidentale (+2%) e Nord America (+3%).
Secondo l’ultima edizione dell’Economic Outlook di Atradius, la crescita globale del PIL subirà un forte rallentamento nel 2019 e 2020 (+2,5%), mostrando un calo significativo rispetto al 2018 (+3,2%). Alla base di questo fenomeno è il rallentamento del commercio globale che, aggravato dall’inasprimento della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, avrà un impatto negativo su tutte le principali economie mondiali, come l’Eurozona, il continente americano e i mercati emergenti.
Una possibile escalation globale della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina potrebbe costare al commercio mondiale, da qui alla fine del 2020, circa 1.500 miliardi di dollari per mancati scambi commerciali. La cifra corrisponde all’azzeramento del valore dell’export dell’Italia per circa tre anni.
Possibile balzo in avanti dei livelli d’insolvenza all’indomani di un improbabile ma pur sempre possibile “no-deal Brexit” il prossimo 29 marzo.
Secondo l’Ufficio Studi Economici di Atradius, gruppo assicurativo specializzato nell’assicurazione del credito, cauzioni e servizi di recupero crediti in Italia e all’estero, nel 2017 il trend delle insolvenze a livello globale si presenta sostanzialmente stabile: -1% il calo atteso, ovvero il risultato più debole dal 2009.
Torna a farsi largo l’incubo delle insolvenze. Euler Hermes (compagnia di assicurazione crediti del gruppo Allianz) sostiene che il trend che visto ultimamente calare le insolvenze è giunto al termine alla fine del 2016.