insolvenze
Mentre si profila il rischio di una recessione globale, le aziende dell’Asia consolidano i loro processi di gestione del credito commerciale cercando di ridurre al minimo i rischi derivanti da crediti in sofferenza.
In piena emergenza sanitaria le aziende faticano a tirare avanti e il futuro si fa di giorno in giorno più incerto. La realtà è che il Coronavirus ha messo letteralmente in ginocchio l’economia reale e secondo Euler Hermes siamo prossimi a una vera e propria esplosione di default in tutta Europa.
La pandemia di coronavirus colpisce l’economia mondiale in un momento delicato, fatto di stime di crescita al ribasso, soprattutto a causa del perdurare delle tensioni commerciali. Questo accelera la tendenza all’aumento dei livelli d’insolvenza nelle economie avanzate.
Tornano a crescere, dopo quasi un decennio di flessione, i livelli d’insolvenza negli USA, che dovrebbero attestarsi su un +4% quest’anno. A questo fa da corollario un generale rallentamento della performance economica statunitense, che continua a gravare su esportazioni e investimenti, cui si aggiunge la vulnerabilità delle economie canadese e messicana, all’interno di un contesto commerciale volatile ed incerto.
A oltre tre anni dal voto per la Brexit, Regno Unito e Unione Europea si sono separati con un accordo strutturato di recesso. Venerdì 31 gennaio 2020 a mezzanotte (CET), l’uscita del Regno Unito è diventata realtà. Mentre ora l’attenzione si rivolgerà alle future relazioni commerciali tra il Regno Unito e l’Europa, gli impatti economici a breve termine per il Regno Unito continuano a creare difficoltà alle imprese.
Le insolvenze mondiali sono sempre in crescita, e questo comporta maggiori rischi all’export: questa la conclusione dell’ultimo Global Insolvency Report di Euler Hermes, che copre 44 Paesi e l’87% del PIL mondiale. Le insolvenze di impresa sono cresciute del +9% nel 2019, principalmente in virtù della forte crescita in Cina (+20%) e, in misura minore, dell’inversione di tendenza in Europa Occidentale (+2%) e Nord America (+3%).
Secondo l’ultima edizione dell’Economic Outlook di Atradius, la crescita globale del PIL subirà un forte rallentamento nel 2019 e 2020 (+2,5%), mostrando un calo significativo rispetto al 2018 (+3,2%). Alla base di questo fenomeno è il rallentamento del commercio globale che, aggravato dall’inasprimento della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, avrà un impatto negativo su tutte le principali economie mondiali, come l’Eurozona, il continente americano e i mercati emergenti.
Una possibile escalation globale della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina potrebbe costare al commercio mondiale, da qui alla fine del 2020, circa 1.500 miliardi di dollari per mancati scambi commerciali. La cifra corrisponde all’azzeramento del valore dell’export dell’Italia per circa tre anni.
Possibile balzo in avanti dei livelli d’insolvenza all’indomani di un improbabile ma pur sempre possibile “no-deal Brexit” il prossimo 29 marzo.
Secondo l’Ufficio Studi Economici di Atradius, gruppo assicurativo specializzato nell’assicurazione del credito, cauzioni e servizi di recupero crediti in Italia e all’estero, nel 2017 il trend delle insolvenze a livello globale si presenta sostanzialmente stabile: -1% il calo atteso, ovvero il risultato più debole dal 2009.
Torna a farsi largo l’incubo delle insolvenze. Euler Hermes (compagnia di assicurazione crediti del gruppo Allianz) sostiene che il trend che visto ultimamente calare le insolvenze è giunto al termine alla fine del 2016.
Nel 2016 le imprese hanno fatto fatica a dimostrarsi resilienti, nonostante il robusto sostegno ricevuto dagli organismi decisionali. Questo è quanto sostiene Euler Hermes, il leader mondiale dell’assicurazione crediti e società del gruppo Allianz.
In Polonia le imprese continuano a beneficiare di un contesto macroeconomico positivo, con una forte domanda domestica ed estera. La crescita più lenta osservata quest’anno è dovuta a una caduta degli investimenti (che, nella prima metà del 2016, sono calati del 3.6% anno su anno).
Nel 2016, i paesi della regione dell’Europa centrale e orientale hanno beneficiato di condizioni economiche favorevoli, contribuendo al miglioramento della situazione delle imprese. Nel 2015 il numero delle insolvenze è diminuito in 9 paesi su 13.
Secondo l’analisi effettuata da Coface, la regione mostra una situazione contrastante, con un peggioramento a due cifre in Ucraina e Lituania, e un miglioramento significativo in Romania e Ungheria. Complessivamente, si prevede un calo delle insolvenze del 5,3% nel 2016.
In Europa, la ripresa della situazione macroeconomica è stata accompagnata da effetti favorevoli sulle imprese nella maggior parte dei paesi. Nel 2015, si è assistito ad un miglioramento nei quattro paesi del Nord Europa oggetto di studio da parte di Coface: Paesi Bassi (-20,7%), Svezia (-11%), Germania (-4%) e Danimarca (-0,5%). Questa tendenza positiva riguarda la maggior parte dei settori di questi paesi, ad eccezione della Danimarca dove i progressi sono più eterogenei.