Insolvenze
Nel 2016 le imprese hanno fatto fatica a dimostrarsi resilienti, nonostante il robusto sostegno ricevuto dagli organismi decisionali. Questo è quanto sostiene Euler Hermes, il leader mondiale dell’assicurazione crediti e società del gruppo Allianz.
In Polonia le imprese continuano a beneficiare di un contesto macroeconomico positivo, con una forte domanda domestica ed estera. La crescita più lenta osservata quest’anno è dovuta a una caduta degli investimenti (che, nella prima metà del 2016, sono calati del 3.6% anno su anno).
Nel 2016, i paesi della regione dell’Europa centrale e orientale hanno beneficiato di condizioni economiche favorevoli, contribuendo al miglioramento della situazione delle imprese. Nel 2015 il numero delle insolvenze è diminuito in 9 paesi su 13.
Secondo l’analisi effettuata da Coface, la regione mostra una situazione contrastante, con un peggioramento a due cifre in Ucraina e Lituania, e un miglioramento significativo in Romania e Ungheria. Complessivamente, si prevede un calo delle insolvenze del 5,3% nel 2016.
In Europa, la ripresa della situazione macroeconomica è stata accompagnata da effetti favorevoli sulle imprese nella maggior parte dei paesi. Nel 2015, si è assistito ad un miglioramento nei quattro paesi del Nord Europa oggetto di studio da parte di Coface: Paesi Bassi (-20,7%), Svezia (-11%), Germania (-4%) e Danimarca (-0,5%). Questa tendenza positiva riguarda la maggior parte dei settori di questi paesi, ad eccezione della Danimarca dove i progressi sono più eterogenei.
“Dopo tre anni consecutivi di recessione, l’Italia finalmente vede la luce alla fine del tunnel: la crescita riprende, sebbene moderatamente (+0,7% nel 2015) e per la prima volta dal 2008, le insolvenze aziendali diminuiranno registrando un -7% nel 2015 con circa 14.500 casi”.
In Europa occidentale le insolvenze d’impresa hanno conosciuto due ondate consecutive. La crisi dei subprime, che ne ha provocato l’aumento dell’11% in media nei dodici Paesi presi in esame, è stata seguita da un secondo shock inatteso con incrementi del +8% nel 2012 e del +5% nel 2013.
Negli ultimi anni le imprese in Europa centrale e orientale hanno affrontato un periodo di forte agitazione. Le economie in questione sono state investite da una contrazione dei consumi privati dovuta all’aumento della disoccupazione e all’indebitamento continuo. Inoltre, risentono della doppia recessione della zona euro, loro principale partner commerciale.
Nei paesi dell’Europa centrale e orientale, le imprese hanno attraversato un 2013 difficile. La crisi economica, già grave, si è deteriorata e i consumi delle famiglie sono diminuiti a causa delle restrizioni di bilancio adottate per attenuare l‘aumento dei deficit pubblici. L’accesso al credito si è ristretto a seguito alla contrazione contemporaneamente della domanda e della concessione di nuovi prestiti. Questa situazione ha influito direttamente sulle imprese, obbligandole a rivedere al ribasso i loro target di vendita. Inoltre, le esportazioni, che avrebbero dovuto contribuire alla crescita del Pil, sono state danneggiate dal rallentamento dell’economia dell’Area Euro, sbocco commerciale principale dei paesi dell’Europa centrale e orientale.