Mar Rosso
Allianz Trade ha pubblicato il report “La crisi nel Mar Rosso: effetti sulle imprese italiane e sul commercio internazionale”, con l’obiettivo di valutare le conseguenze della crisi nel Mar Rosso che, dalla fine del 2023, ha innescato interruzioni nel settore dei trasporti marittimi.
Il gruppo internazionale di brokeraggio Howden ha lanciato una nuova copertura per il rischio di guerra a protezione dei cargo in transito nel Mar Rosso.
Un terzo delle imprese manifatturiere italiane “ha subito ritardi o rincari nell'approvvigionamento di input per effetto delle tensioni nel Mar Rosso”. È quanto emerge dalla indagine della Banca d’Italia sulle aspettative di inflazione e crescita che conferma il miglioramento del clima tra le imprese italiane coinvolte dall’indagine (industria e servizi con almeno 50 addetti).
Le tensioni del Medio Oriente non hanno ancora prodotto effetti particolarmente gravi per i nostri scambi commerciali. Secondo un’analisi della CGIA di Mestre, tra i primi due mesi del 2023 e lo stesso periodo di quest’anno, il numero di navi mercantili (cargo e cisterna) in arrivo nei porti italiani è diminuito di 169 unità (pari a -3,6% del totale arrivi).
La prima conseguenza degli attacchi alle navi in transito nel Mar Rosso è che il trasporto merci è alla ricerca di nuove vie, con le aziende a modificare le proprie strategie logistiche.
Le micro e piccole imprese italiane sono quelle, in Europa, a maggiore rischio. La loro quota di export manifatturiero diretto nei Paesi extra Ue è infatti pari al 32,7% del totale europeo, con un valore addirittura doppio rispetto alle omologhe imprese tedesche, sostiene Confartigianato.
Se le tensioni nel Mar Rosso dovessero prolungarsi nel tempo, l’industria automobilistica europea potrebbe esserne danneggiata in maniera importante, in considerazione del ruolo della Cina nella catena di approvvigionamento.