Salta la riforma dell’Rc Auto messa in cantiere dal governo Letta e contenuta nell’art.8 del decreto legge Destinazione Italia. Il pacchetto di modifiche previste è stato infatti stralciato dal provvedimento attualmente in discussione in aula e dovrà ora seguire il percorso più lungo destinato ai disegni di legge delega. La decisione è stata presa dopo una riunione del governo con i capogruppo della maggioranza, per evitare un ingorgo che metterebbe a rischio la conversione in legge del decreto i cui termini scadono il 22 febbraio.
A brindare sono soprattutto i carrozzieri che nelle ultime settimane hanno attivato molteplici forme di protesta, mentre si infuriano le associazioni di consumatori. Secondo il Codacons la cancellazione delle novità in tema di assicurazioni auto rappresentano “un cedimento del Governo alla lobby”. Giudizi poco teneri anche da Adusbef e Federconsumatori: così salteranno quelle misure “rivolte a premiare gli automobilisti virtuosi. Non vediamo di buon occhio lo stralcio di tale articolo, anche se necessitava ancora di molte modifiche migliorative”, hanno spiegato in una nota congiunta.
L’Ania sottolinea che Governo e Parlamento hanno perso una grande occasione per ridurre i costi della Rc Auto: “Nel merito del decreto, avevamo espresso perplessità sia per alcuni contenuti impositivi sulle dinamiche di offerta sia, soprattutto, perché non era affrontato il nodo dell’approvazione delle tabelle per il risarcimento dei danni fisici, da cui dipende in gran parte il disallineamento dei prezzi delle polizze italiane rispetto a quelli medi europei. Allo stesso tempo, avevamo apprezzato molte norme contenute nell’articolato, in particolare quelle antifrode, in grado di incidere significativamente sulla struttura dei costi dei sinistri. Ancora una volta la politica decide di non decidere, pressata da spinte corporative di categorie interessate esclusivamente all’intermediazione dei risarcimenti ai danni dei consumatori. Una politica fatta solo di annunci non seguiti da fatti concreti rende più acuti i problemi e non crea le condizioni per una riduzione strutturale dei costi dell’assicurazione e dei prezzi pagati dagli assicurati”.