
JAMA Internal Medicine ha pubblicato uno studio dell’Università del Michigan sulle assicurazioni sanitarie americane, volto a capire quanto il costo delle polizze gravi sulle tasche dei cittadini. La ricerca è stata effettuata intervistando più di 50 milioni di persone di età compresa tra i 18 e i 64 anni con copertura assicurativa fornita da una delle tre principali compagnie del paese: Aetna, Humana e UnitedHealthcare. I dati sono relativi al periodo 2009-2013.
Una delle prime considerazioni emerse dall’indagine è il fatto che, sul totale degli interpellati, circa il 98% possiede un’assicurazione offerta dal proprio datore di lavoro. Dato questo fatto si potrebbe pensare che il costo della polizza non ricada affatto sulle spalle dei lavoratori, invece nella stragrande maggioranza dei casi ciò si traduce nel fatto che i titolari cerchino di negoziare con le compagnie dei premi che siano i più bassi possibile. Per permetterlo i contratti stipulati prevedono quote deducibili (ovvero la soglia di spesa sanitaria dopo la quale scatta la copertura assicurativa, e prima della quale i costi sono a carico del lavoratore) molto alte.
Le spese escluse dalle polizze
Nel complesso tutte le spese extra, escluse dalle polizze, sono aumentate a un ritmo del +6,5% annuo nel periodo coperto dallo studio. Oltre alle quote deducibili comprendono anche i co-pagamenti (le tariffe applicate alle prestazioni, simili ai nostri ticket sanitari) e le co-assicurazioni (quota percentuale sul totale delle spese mediche che è a carico dell’assicurato). Durante gli anni presi in esame la crescita aggregata di queste spese ha superato l’aumento dei premi - anch’essi comunque con un trend di crescita positivo - del 5,1%. Tuttavia secondo uno studio del Journal of Health Economics risalente al 2013 la percezione di questo fenomeno è molto bassa, poiché solo il 14% della popolazione capisce in cosa consistano effettivamente i tre diversi costi che non rientrano nella copertura.
Obamacare
Questo studio si interrompe proprio alla fine del 2013, poco prima dell’entrata in vigore dell’Affordable Care Act (meglio noto come Obamacare) avvenuta nel gennaio 2014.
Anche in seguito a una riforma di tale importanza però questi trend non hanno dato segno di volersi arrestare. Nell 2020 infatti è prevista l’introduzione di una sanzione – nota come Cadillac Tax – che andrà a colpire i premi troppo alti, incentivando di fatto le compagnie a innalzare ulteriormente le quote deducibili. Secondo la Kaiser Family Foundation già nel 2015 per l’81% delle polizze fornite dai datori di lavoro questa soglia ammontava a 1300 dollari annui.