La società di consulenza inglese ha pubblicato una ricerca, condotta per sua iniziativa da Long Finance, in cui si illustra come Blockchain – il sistema di database distribuiti che sta alla base del funzionamento di Bitcoin - avrebbe delle grandi possibilità d’impiego nel settore assicurativo e riassicurativo.
Se da un lato i provider di servizi all’ingrosso (i cosiddetti wholesale) si sono resi conto già da tempo delle sue potenzialità, dall’altro però le compagnie stanno ancora cercando di mettere a fuoco in cosa consista questa “nuova” tecnologia.
L’utilizzo di un sistema di basi di dati diffuse fornirebbe grandi vantaggi in particolare a tre ambiti applicativi:
- Il processo dei reclami
- Il controllo di conformità regolamentare
- Il collocamento delle polizze
In particolare Blockchain permetterebbe di automatizzare parte delle procedure burocratiche – come l’archiviazione e la condivisione di documenti, l’esecuzione di alcuni check – quindi di rendere più snello il lavoro degli operatori, e soprattutto di ridurre gli errori umani. Questi miglioramenti sarebbero cruciali per il settore insurance, che si basa sull’elaborazione di grandi quantità di dati e sullo scambio di moltissime informazioni. Insomma i vantaggi in termini di efficienza sarebbero estesi a tutte le organizzazioni e andrebbero a beneficiare anche il rapporto con i clienti, che godrebbero di prestazioni più alte.
Alcune imprese hanno già iniziato a introdurre questa tecnologia nel loro business proponendosi come first mover, per esempio Allianz nella creazione di un prototipo di cat bond o Blem Infromation Management per velocizzare i propri processi operativi. Inoltre anche il Target Operating Model (TOM) del London Market Group ha in programma la pubblicazione di un programma che prevede l’uso di Blockchain. Per facilitarne un utilizzo sempre più ampio sono però necessarie sperimentazioni volte a esplorarne a fondo tutte le potenzialità.