Giudizio positivo di Konsumer Italia sul lavoro svolto finora dall’Ivass in tema di frodi nell’Rc Auto.
Accanto agli importanti provvedimenti antifrode emanati dall’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, negli ultimi anni, tra cui regole di organizzazione degli uffici antifrode delle compagnie e di rendicontazione delle attività; dematerializzazione dell’attestato di rischio e del contrassegno di assicurazione; digitalizzazione del certificato di assicurazione; revisione della Banca dati sinistri e creazione delle banche dati testimoni e danneggiati; rilevazione trimestrale dei prezzi effettivi delle polizze Rc Auto, si è fatto strada dall’Archivio Integrato Antifrode (AIA) operativo dallo scorso giugno, che rappresenta un esempio di Big Data da utilizzare come formidabile strumento per la lotta alle frodi nonché per l’attività di data quality.
Tuttavia, secondo il presidente dell’associazione, Fabrizio Premuti, “se le imprese non alimentano le banche dati, gli strumenti sono inutili”.
Nelle intenzioni dell’Authority, segnala ancora Konsumer Italia, AIA ha infatti il duplice obiettivo di monitorare l’attività di alimentazione delle banche dati da parte delle compagnie e, contemporaneamente, la qualità del loro portafoglio sotto il profilo della gestione sinistri, in modo da individuare criticità eventualmente connesse ad episodi fraudolenti: sulla base delle informazioni che vi confluiscono, l’AIA elabora, per ciascun sinistro Rc Auto, un indicatore di potenziale rischio di frode.
Secondo Premuti, “da anni le compagnie individuano nelle frodi assicurative la radice di tutti i mali del settore senza, però, fare qualcosa di serio e concreto per contrastarle. L’istituzione degli uffici antifrode delle compagnie, la dematerializzazione dell’attestato di rischio, del contrassegno e del certificato di assicurazione, la creazione della Banca Dati Sinistri e delle banche dati testimoni e danneggiati, l’AIA e le black box sono potenzialmente strumenti utilissimi ad osteggiare il fenomeno”.
Nel corso di un convegno di pochi giorni fa l’Ivass ha ripetutamente esortato le compagnie ad alimentare le banche dati e utilizzare gli strumenti a disposizione. “Speriamo che il messaggio sia stato colto”, ha aggiunto Premuti. “Oppure dovremo inevitabilmente pensare che la lotta alle truffe nel settore Rc Auto non sia di loro reale interesse e che ritengano molto più facile scaricarne gli effetti sugli assicurati virtuosi che continueranno a pagare il prezzo per tutti in termini di aumenti tariffari e segmentazione esasperata della clientela”.