
I principali assicuratori non-vita giapponesi stanno espandendo le coperture per i danni da cyber risk e, superando i classici confini rappresentati da computer, device elettronici e server, vanno progressivamente a comprendere strumenti che rientrano nella categoria dell’Internet of Things (IoT), come ad esempio i sistemi di controllo aziendale e le telecamere di sorveglianza.
Tokio Marine & Nichido Fire Insurance ha infatti aggiunto una nuova copertura alle polizze cyber dedicata ai dispositivi appartenenti all’Internet of Things, includendo nell’offerta i sistemi di controllo industriale e di videosorveglianza.
La compagnia rimborserà quindi le aziende per i danni causati da diffusione di informazioni riservate o per le perdite conseguenti a fermo di produzione provocato da attacchi informatici.
Anche, Sompo Japan Nipponkoa Insurance inizierà a rimborsare la perdita dei profitti da fermo di produzione in seguito ad attacchi informatici e garantirà il pagamento dei costi di sostituzione delle apparecchiature danneggiate. Vista la crescente richiesta delle PMI, la compagnia innalzerà i massimali della polizza, portandoli a circa 2,4 miliardi di euro.
Nel prossimo mese di marzo, la stessa Sompo avvierà un nuovo servizio gratuito (sviluppato in collaborazione con Risk Management Solutions e l’Università di Cambridge) che permetterà di valutare i danni potenziali che una azienda si troverebbe ad affrontare in caso di cyber attack.
Il grado di rischio e i danni potenziali vengono soppesati sulla base di un sondaggio riguardante le misure di sicurezza in uso in azienda e l’utilizzo di dispositivi IoT.
A sua volta Mitsui Sumitomo Insurance ha in cantiere un progetto per semplificare i processi sottoscrizione delle polizze cyber che prenderà il via a partire da marzo, fornendo agli uffici locali una maggiore autonomia nel processo di underwriting che, attualmente, deve invece sempre ottenere il via libera definitivo dalla sede centrale.
Il vertiginoso aumento di attacchi informatici degli ultimi anni non ha certo fatto sconti al Giappone. La National Police Agency giapponese ha connesso fra loro alcuni device che sono stati utilizzati come esca per osservare le attività degli hacker. L’agenzia ha registrato circa 2.000 tentativi di accesso non autorizzati al giorno in tutto il novembre scorso.