Le criptovalute rappresentano un fattore di rischio per gli investitori. Lo afferma la Bank of America, seconda più grande banca degli Stati Uniti per asset, che lo ha espressamente scritto in un documento annuale, denominato 10-K e depositato presso la Securities and Exchange Commission.
La banca usa solo tre volte la parola “criptovalute” comprendendola però laddove si parla di rischi quali l’aumento della volatilità, la Brexit, i fattori geopolitici e i cyber attack.
Il fatto tuttavia che Bank of America parli di criptovalute in questo contesto sottolinea come la mania da Bitcoin sia presa seriamente dal top management delle istituzioni finanziarie, anche perché potrebbe condizionarne il modello di business.
“L’adozione diffusa di nuove tecnologie, inclusi servizi internet, criptovalute e sistemi di pagamento, potrebbero richiedere spese sostanziali per modificare o adattare i servizi e i prodotti esistenti", si legge nel documento in cui Bank of America dice anche che le valute digitali potrebbero rendere più complicato il rispetto delle leggi finanziarie perché le “tecnologie emergenti, come le criptovalute, potrebbero limitare la nostra capacità di tenere traccia del movimento dei fondi della clientela”. I clienti potrebbero inoltre scegliere di fare business con altri player del mercato che sono coinvolti in attività o che offrono prodotti in aree che consideriamo speculative o rischiose come le criptovalute. Bank of America è tra coloro che hanno vietato ai loro clienti di usare carte di credito per comprare valute digitali.