
La sfida rappresentata dall’Internet of Things e dai suoi dispositivi sempre più vulnerabili si sta intensificando e diventa sempre più difficile da controllare.
Lo rivela la nuova edizione del Threat Intelligence report elaborato degli esperti di cybersecurity di F5 Networks, che mostra i motivi per cui le aziende di tutto il mondo non possano permettersi di ignorare la crescita esponenziale delle Thingbot, che si avvalgono esclusivamente di dispositivi IoT, e che stanno rapidamente diventando il veicolo di diffusione preferito delle minacce cyber da parte dei malintenzionati che creano le botnet.
In un confronto anno su anno (2016-2017), gli F5 Labs hanno rilevato che gli attacchi di brute force Telnet contro i dispositivi di IoT sono aumentati del 249%. Il 44% del traffico di attacco ha avuto origine in Cina e da indirizzi IP nelle reti cinesi. I paesi più colpiti sono invece Stati Uniti, Singapore, Spagna e Ungheria (secondo il report all’Italia, a dicembre dell’anno passato, è stato rivolto l’1% delle offensive). Tuttavia, nel mirino delle Thingbot non vi è un Paese in particolare: i dispositivi IoT vulnerabili sono ampiamente dispersi in tutto il mondo. Preoccupante è il fatto che gli F5 Labs abbiano segnalato ripetutamente gli stessi indirizzi IP e reti di attacco nel corso degli ultimi due anni, poiché prova che il traffico dannoso o passa inosservato o viene consapevolmente permesso.
In futuro, le potenzialità distruttive dell’IoT sono destinate a esplodere in scala. Gartner ha recentemente dichiarato che oggi i dispositivi IoT in uso sono 8,4 miliardi e che il numero dovrebbe crescere fino a raggiungere 20,4 miliardi entro il 2020. IHS stima 30 miliardi di dispositivi IoT entro il 2020, mentre il produttore di semiconduttori SoftBank ne stima un trilione entro il 2035.
“Dobbiamo ancora raggiungere i livelli di adozione di massa dei dispositivi IoT”, afferma Sara Boddy, Director, F5 Labs Threat Research. “Ma se non modifichiamo i nostri standard di sviluppo ora, metteremo sul mercato dispositivi IoT instabili con una rapidità dalle due alle tre volte maggiore di prima, che però saranno compromessi alla stessa velocità. Questa è la perfetta formula per teorizzare nel breve futuro il caos tra il mondo reale e quello virtuale”.