Ulteriore concentrazione tra i principali gestori, previsti sconvolgimenti “potenzialmente rilevanti” nel settore.

Secondo l’ultima ricerca ‘Global 500’ del Thinking Ahead Institute di Willis Towers Watson, il valore totale delle masse in gestione ai cinquecento principali gestori mondiali ha raggiunto i 93.800 miliardi di dollari nel 2017, registrando un aumento del 15,6% rispetto all’anno precedente. Inoltre, la concentrazione di masse gestite dai venti maggiori gestori ha raggiunto il livello più elevato dal 2000 e ora ammonta a oltre il 43% del totale gestito dai primi cinquecento gestori.
Dalla ricerca emerge che i gestori nordamericani continuano a detenere la quota maggiore di masse (58,1%), nonostante nel 2017 abbiano registrato il primo calo dal 2008. I gestori europei rappresentano il 31,8% delle masse (con la Gran Bretagna al 7,4%), il Giappone il 4,8% e il resto del mondo il 5,2%. Le attività in ogni regione hanno subito un incremento nel 2017. Mentre la maggior parte delle masse (77,6%) è ancora a gestione attiva, la quota a gestione passiva è cresciuta dal 19,5% al 22,4% negli ultimi cinque anni. Nel 2017 le masse a gestione passiva sono cresciute del 25%.
Nella classifica 2017 dei primi cinquanta gestori al mondo per masse gestite, l’Italia è rappresentata solo da Generali, che si posiziona in quarantaquattresima posizione.
In un’indicazione di quelle che saranno le future aree di focus, l’81% dei gestori intervistati ha riportato un aumento dell’interesse dei clienti negli investimenti sostenibili, compresi i diritti di voto, mentre circa i tre quarti (74%) hanno incrementato le risorse investite nella tecnologia e nei big data. Secondo quanto emerge dalla ricerca, circa i due terzi delle aziende che hanno preso parte al sondaggio avevano ampliato il numero dei prodotti offerti durante il 2017, mentre il 60% ha riportato un aumento del livello di controllo normativo.
Alessandra Pasquoni, Head of Investment di Willis Towers Watson Italia, ha sottolineato che “non si tratta solo di tecnologia. Vi è una convergenza di trend globali – pressioni demografiche, economiche, ambientali e sociali – che stanno portando a un periodo di potenziali sconvolgimenti massicci nel settore. Questi cambiamenti impattano i modelli di business, i modelli delle persone, i modelli operativi e i modelli distributivi. Tutta l’organizzazione ne risentirà.
Le aziende sceglieranno come affrontare questi cambiamenti a seconda delle proprie peculiarità. Rispondere in modo adeguato a queste nuove realtà del settore può mettere alla prova tanto il carattere e la cultura dell’azienda quanto i business tradizionali e le competenze in materia di investimenti”.