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Il gruppo francese Axa ha chiuso l’esercizio 2018 con un utile netto di 2,1 miliardi di euro, in calo del 66% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un risultato inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano 2,5 miliardi di utile, secondo dati Reuters, sul quale hanno inciso pesantemente oneri straordinari come la quotazione della filiale americana Axa Equitable Holding, la riorganizzazione delle attività vita in Svizzera, l’acquisizione da 12,4 miliardi di XL e gli alti costi dovuti alle catastrofi naturali.
Nel dettaglio, i disastri naturali sono costati ad Axa circa 2 miliardi di euro nel di cui 600 milioni solo per l’uragano Michael negli Stati Uniti e agli incendi in California. Nonostante tutti questi fattori, il gruppo assicurativo ha registrato un incremento dei ricavi del 4% a 102,9 miliardi di euro. In particolare, nel ramo vita i ricavi dal ramo vita hanno raggiunto quota 50,1 miliardi (+3%), mentre nel ramo danni si sono attestati a 35,3 miliardi (+3%), nel ramo salute a 13,1 miliardi (+7%) e nell’asset management a 3,9 miliardi (+3%).
Il solvency II ratio si attesta a 193% rispetto ai 205% del 31 dicembre 2017. Il direttore finanziario del gruppo assicurativo, Gerald Harlin, ha confermato l’obiettivo di un utile per azione in crescita del 3-7% per il 2019 e il 2020 e ha anche alzato il dividendo del 6% a 1,34 euro.
Tutte le regioni hanno contribuito alla crescita della raccolta premi: l'Europa (+3%), e in particolare Italia, Spagna e Francia, così come la controllata Axa XL (+10%), gli Usa (+2%), l'Asia (+4%), trainata da Hong Kong e Giappone e la divisione internazionale, soprattutto con Messico e Turchia. In Francia, buone performance nel comparto salute (+12%) e previdenza (+5%), con un risultato operativo in progresso del 10% a 1,6 miliardi. Ottimi risultati anche l’Italia (+15%), il cui fiore all’occhiello è la nuova produzione vita Ape (+4% in Europa) che cresce del 34%, grazie soprattutto alla partnership con Mps.
Axa XL raccoglie 6,3 miliardi (+10%), con una perdita operativa di 233 milioni a causa dei costi delle catastrofi naturali.