Nel suo ultimo Barometro sul rischio Paese, Coface prevede un incremento del 25% del fallimento di imprese a livello globale per il 2020. Un anno caratterizzato dalla pandemia Covid-19 che mette in discussione il futuro assetto economico e sociale del pianeta. Solamente nel gennaio scorso, poco prima dell’esplosione della crisi sanitaria, si prevedeva un incremento dei fallimenti del 2%.
Secondo gli esperti di Coface sarebbe il peggior dato dal 2009 (+ 29%) a oggi, anche se l’attività economica dovesse riprendere gradualmente nel terzo trimestre e non ci dovesse essere una seconda ondata epidemica nella seconda metà dell’anno. Gli Stati Uniti (+ 39%) e le principali economie dell’Europa occidentale (+ 18%) dovrebbero essere le aree in maggiore difficoltà. L’aumento del default sarebbe dell’11% in Germania, del 15% in Francia, del 33% nel Regno Unito, del 18% in Italia e del 22% in Spagna.
Lo shock potrebbe essere ancora più violento nelle economie emergenti, specifica Coface: oltre a gestire la pandemia che sembra operazione ben più complicata rispetto alle principali economie del mondo, le economie emergenti devono anche far fronte alla caduta dei prezzi del petrolio e al deflusso di capitale, di quattro volte più grande rispetto al 2008.
Non è quindi difficile pensare che nel 2020 l’economia globale dovrà affrontare la sua prima recessione dal 2009 (-1,3% dopo + 2,5% nel 2019), con 68 Paesi in recessione, contro i soli 11 dello scorso anno. Anche il volume degli scambi internazionali dovrebbe diminuire per il secondo anno consecutivo, con un calo degli scambi mondiali del 4,3% in volume, a fronte del -0,4% del 2019.
Infine, la pandemia dovrebbe avere anche molte conseguenze politiche, la più evidente nel breve termine è l’esacerbazione delle tensioni geopolitiche esistenti.