“Il Covid-19 ha generato nuove opportunità che sicuramente guarderemo. Abbiamo ancora 2,5 miliardi di euro da allocare sulle acquisizioni”, ha detto il Ceo di Generali , Philippe Donnet, nella conference call con gli analisti nell’Investor Day.
“Quello che conta non è la dimensione, ma la qualità, quindi il prezzo e la capacità di integrarsi con Generali. Saremo proattivi, come sempre, su dossier piccoli e medi ma siamo aperti a tutte le opzioni, restando sempre disciplinati in base al nostro piano e opportunistici”, ha proseguito Donnet.
Sulle difficoltà e le complessità indotte dalla lunga emergenza pandemica Donnet ha ricordato che “negli ultimi 10 mesi abbiamo adottato soluzioni inattese, anticipando i cambiamenti e agendo sempre nel miglior interesse dei nostri stakeholder. Siamo pronti ad adattarci alle situazioni e ad accelerare la trasformazione digitale in ogni ambito. I risultati ottenuti sono la prova della nostra credibilità; abbiamo il know how per fronteggiare le sfide della pandemia e dei tassi bassi”.
Per quanto riguarda l’attività dei prossimi anni il Ceo del gruppo triestino ha detto di sperare che nel 2021 e nel 2022 “i regolatori europei e quelli dei singoli Stati siano più rilassati sul tema dei dividendi dell’industria assicurativa”, in riferimento al tema delle cedole, sulle quali l’Ivass ha chiesto a Generali di non pagare la seconda tranche nell’esercizio 2019. “Lo faremo appena verremo autorizzati. Il regolatore ci ha spiegato che la sua richiesta era legata alla situazione macroeconomica e non a quella specifica di Generali, che è estremamente buona”.
Infine, rispondendo a una domanda su Cattolica, Donnet ha precisato che Generali non ha un obbligo, ma ha la possibilità di sottoscrivere oltre la propria quota di competenza nella copertura del recesso di Cattolica e nel prossimo aumento di capitale in opzione ai soci da complessivi 200 milioni. “Prenderemo le decisioni appropriate quando ce ne sarà bisogno”.