Il riassicuratore Scor e l’assicuratore mutualistico Covéa hanno firmato un memorandum d’intesa che pone fine a tre anni di conflitto.
La firma è arrivata in maniera inaspettata visto che le due società francesi stavano per iniziare quest’estate una battaglia penale, ma il prezioso lavoro di Jean-Paul Faugère, vicepresidente della Autorità di controllo e risoluzione prudenziale (ACPR), ha permesso di raggiungere l’intesa che mette fine a tutti i procedimenti legali in corso.
I termini dell’intesa, già approvati dai rispettivi Cda, impegnano Covéa a cedere la quota dell’8% detenuta in Scor e, soprattutto, a rinunciare a ogni acquisizione di partecipazione o controllo da parte del riassicuratore per un periodo di sette anni. Concretamente, Scor beneficia di un’opzione di acquisto sulla quota di Covéa nel suo capitale, al prezzo di 28 euro per un periodo di cinque anni. Questa opzione è trasferibile a qualsiasi terza parte designata da Scor, specifica il protocollo.
Scor dovrebbe inoltre cedere a Covéa un portafoglio riassicurativo vita irlandese per un importo di un miliardo di euro.
Si chiude così il lungo periodo di tensioni che hanno caratterizzato i rapporti tra i due gruppi, da quando Covéa cercò di prendere il controllo di Scor, nell’estate del 2018. Thierry Derez, Ceo di Covéa, è stato poi accusato da Scor di aver approfittato della sua posizione di amministratore della stessa Scor per calibrare l’offerta di acquisto, proprio nel momento in cui all’interno di Scor si stava discutendo del progetto di fusione con il riassicuratore bermudiano PartnerRe, presentato dal Chairman e Ceo Denis Kessler. Dal canto suo, Covéa ha sempre sostenuto di aver agito “nell’interesse sociale” di Scor e di aver fatto solo una proposta che non è mai stata formalmente sottoposta al consiglio dello stesso riassicuratore francese.