L’economista Thomas Holzheu di Swiss Re si aspetta nel post-pandemia una ripresa dell’industria assicurativa mondiale più rapida e consistente rispetto all’uscita dalla crisi finanziaria del 2008. E questo nonostante uno scenario non proprio favorevole tra bassi tassi di interesse e rischi di inflazione.
Holzheu ha spiegato alla Reuters che a differenza delle precedenti situazioni di crisi, la pandemia non ha indebolito il capitale complessivo e la potenza finanziaria delle imprese di assicurazioni. Ciò ha permesso alle compagnie di continuare ad operare, aggiungendo ad esempio coperture ad hoc per il Covid.
Nel 2009 e 2010 gli assicuratori subirono invece forti perdite di capitale, trovandosi ad operare in una situazione economica generale in rallentamento, con fatturati delle imprese produttive in calo e crescita della disoccupazione. Un contesto che rese complicato per gli assicuratori formulare nuove proposte assicurative su un mercato in difficoltà.
Holzheu ha aggiunto che oggi, anche grazie agli incentivi e ai programmi di sostegno del governo, aziende e individui sono più consapevoli della necessità di proteggersi dai rischi. “Rispetto alla crisi del 2008 quando il settore assicurativo era parte dei problemi del mercato finanziario, oggi la domanda assicurativa è decisamente più elevata e ci aspettiamo che continuerà ad esserla anche per i prossimi anni”.
Swiss Re prevede che dopo un calo dell’1,3% nel 2020, il tasso di crescita annuale di tutti i premi assicurativi, non solo commerciali, raggiungerà il 3,3% quest’anno e il 3,9% nel 2022. Al contrario, nel 2008 si registrò un calo del 3,7% e una successiva ripresa a ritmo lento dello 0,5% nel 2009 e del 2,1% nel 2010.