
Secondo il nuovo report di Allianz Trade, il fabbisogno globale di capitale circolante (WCR) ha raggiunto nel 2024 il livello più alto dal 2008, toccando quota 78 giorni, trainato principalmente dall’aumento dei tempi medi di incasso (DSO).
La tendenza rivela uno scarto crescente tra Europa e Stati Uniti: da una parte, le imprese europee hanno agito come vere e proprie “banche invisibili”, offrendo ben 11 miliardi di euro di credito commerciale; dall’altra, le aziende statunitensi hanno ridotto le scorte e investito la liquidità in riacquisti azionari, oltre 1.000 miliardi di dollari previsti per il 2025.
Mentre Europa e Asia hanno visto salire il WCR, gli USA sono riusciti a farlo calare, segnalando priorità differenti. I settori più colpiti a livello globale sono stati trasporti, chimica, energia, retail, macchinari, metalli e servizi IT, colpiti dalla domanda debole. In Europa, l’aumento del WCR è stato accentuato dalla crescita delle scorte e dai minori tempi di pagamento verso i fornitori, in controtendenza rispetto al comportamento americano.
“Le imprese statunitensi non stanno scommettendo sulla crescita: stanno spostando il capitale dai magazzini ai portafogli e dalle fabbriche agli azionisti”, ha osservato Ano Kuhanathan, Head of corporate research di Allianz Trade. In parallelo, il comportamento delle aziende europee riflette una strategia più cauta ma anche più esposta: “Con scorte più elevate e tempi di pagamento ridotti verso i fornitori, le imprese europee hanno di fatto finanziato i loro partner commerciali estendendo i termini di pagamento e assumendosi maggiori rischi”, aggiunge Maxime Lemerle, Lead analyst for Insolvency Research.
Nel caso in cui dovessero essere applicati nuovi dazi come quelli previsti per il “Liberation Day”, le imprese si troverebbero a fronteggiare ulteriori sfide di liquidità: si stima che in uno scenario avverso il WCR possa salire di 8,5 miliardi di euro in Europa e 15,5 miliardi di dollari negli Stati Uniti, pari a circa 3 giorni di fatturato. La vulnerabilità si acuisce in un contesto economico che resta incerto, con la possibilità di nuovi shock legati ai tassi di interesse: “Un incremento di +1 punto percentuale dei tassi potrebbe far crescere il WCR di 14 miliardi di euro in Europa e di 26 miliardi di dollari negli Stati Uniti”, conclude Ana Boata, Head of macroeconomic research.
In sostanza, tra prudenza finanziaria e strategie di breve termine, il 2025 appare segnato da vulnerabilità simmetriche: le aziende europee espongono più rischio nel credito commerciale, mentre quelle americane potrebbero pagare lo scotto di investimenti produttivi ridotti. La vera sfida sarà trovare un equilibrio tra solidità finanziaria e capacità di crescita, in uno scenario che non promette tregua.