Il maltempo è arrivato sull’Italia e ha colpito a macchia di leopardo. Ben 8 eventi estremi si sono susseguiti in 24 ore tra venerdì e sabato, con nubifragi e trombe d’aria che hanno causato allagamenti e abbattuto alberi. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Eswd (European Sever Weather Database) in riferimento all’allerta arancione e gialla in 13 regioni diramata dalla Protezione civile.
Un brusco cambiamento del clima in un 2023 che si posiziona fino a ora in Italia al secondo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura superiore di 0,82 gradi la media storica da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1800, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr nei primi nove mesi con l’anomalia climatica che è stata addirittura di +1,02 gradi al nord.
“Siamo di fronte a una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal caldo al maltempo”, osserva Coldiretti. Il risultato è che il 2023 si classifica come “l’anno nero dell’agricoltura italiana con danni che superano i 6 miliardi di euro a causa di nubifragi, tornado, bombe d’acqua, grandinate con esplosioni di maltempo violento intervallato da ondate di calore africano. Si registra quest’anno un taglio del 10% della produzione di grano, del 60% per le ciliegie e del 63% delle pere mentre il raccolto di miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno, secondo l’analisi Coldiretti e si è verificato un calo anche per il pomodoro e per la vendemmia (-12%)”.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici, ma “è anche il settore più impegnato per contrastarli”, aggiunge Coldiretti, prima di concludere ricordando che “si tratta di una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla climatologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque. Servono investimenti anche grazie al Pnrr per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti”.