L’Europa fatica a sviluppare coerentemente il sistema di infrastrutture necessario per una svolta green del parco automobilistico. Tra gli Stati europei, dieci non dispongono nemmeno di una stazione di ricarica per veicoli elettrici ogni 100 chilometri di strade principali.
In questi stessi Paesi (eccetto l’Ungheria), la quota del mercato automobilistico propria del segmento elettrico è minore del 3%. È quanto emerge dai nuovi dati pubblicati dall’Associazione europea dei costruttori di automobili (ACEA).
Secondo Acea si tratta di una grave mancanza che andrà a pesare significativamente sulle decisioni di acquisto di veicoli a zero emissioni da parte dei consumatori. Se da una parte, soprattutto nell’Europa occidentale, sono stati fatti degli avanzamenti, lo stato complessivo delle infrastrutture europee per i veicoli elettrici risulta ancora carente. Sono solo quattro i Paesi europei con più di dieci punti di ricarica ogni 100 chilometri: l’Olanda, il Lussemburgo, la Germania e il Portogallo. Nella classifica, l’Italia si posiziona come settima, subito dopo il Belgio, con una media di 5.1 punti di ricarica per 100/km. Allo stesso tempo, in Grecia, Lituania, Polonia e Romania, è invece necessario viaggiare oltre 200 chilometri per poter ricaricare la propria auto.
La necessità e l’urgenza di investire nelle corrette infrastrutture è resa ancora più cruciale, sottolinea Acea, dal nuovo pacchetto per il clima approvato a luglio da UE. La nuova regolamentazione ha reso più stringenti gli obiettivi di riduzione delle emissioni di Co2 derivanti dai nuovi veicoli, portando la soglia di abbassamento dal 37,5% al 55%. Questo significa che i produttori di automobili dovranno produrre e immettere sul mercato milioni di auto elettriche nei prossimi anni che, allo stato attuale, i cittadini di molti Paesi non potranno acquistare.