Nonostante la complessità del quadro geopolitico, l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse, torna a prevalere un clima di "cauto ottimismo" tra i risparmiatori italiani che tornano ad avere fiducia, seppure timidamente, riportando indietro la lancetta del tempo al periodo pre-pandemia. In lieve miglioramento anche il tenore di vita delle famiglie italiane.
Sono questi i principali dati contenuti nell’indagine realizzata da Acri, in collaborazione con Ipsos, e presentata in occasione della 99esima Giornata Mondiale del Risparmio.
Dai risultati si vede come siano in aumento le persone che riescono a risparmiare (quasi uno su due) e salgono al 77% le famiglie in grado di far fronte a spese non programmate pari a 1.000 euro.
La preoccupazione per il caro vita tocca tutti o quasi: un terzo degli italiani ne è molto preoccupato e ben tre quarti ha attivato delle strategie di contenimento per alleggerire le ricadute sul bilancio familiare, che sembrano aver avuto successo. Gli ottimisti rimangono stabili (27% vs 26%) ma si riduce la quota di pessimisti (52% vs 58%); i più radicali si riducono di 9 punti percentuali passando da 29% a 20%.
Sono in particolare le prospettive economiche personali che volgono in positivo: +11 punti percentuali il saldo tra chi pensa che nei prossimi 3 anni la propria situazione personale migliorerà vs peggiorerà. E sono i più giovani, i 18-30enni, in particolare a guardare la propria situazione economica con maggior ottimismo per il futuro, seguiti dai Millenial (31-44 anni) che recuperano le attese.
Rimane invece alto il pessimismo sulla situazione economica del Paese, con un 54% di pessimisti e solo un 17% di ottimisti. In questo scenario incerto, si indebolisce la fiducia nell'Unione Europea e nell'euro, sostenuta comunque dalle nuove generazioni.
A intaccarla ha contribuito la politica dei tassi di interessi della Bce per contrastare l'inflazione: ha messo in difficolta' molte famiglie e imprese che si sono trovate a pagare interessi più alti su mutui, prestiti, e finanziamenti, che sono tra le più critiche verso l'Ue.
Dall'indagine Acri-Ipsos emerge inoltre che il 48% è riuscito a risparmiare nel 2023 a fronte del 43% nel 2022 e si registra una minor necessità di intaccare il proprio tesoretto. L'attitudine al risparmio si riscontra anche per le famiglie più in difficoltà economica che si sono sforzate facendo meno ricorso a prestiti o ai risparmi accumulati. Il concetto di risparmio ha un'accezione prevalentemente positiva: è associato per lo più alla tranquillità (39%), ma anche a tutela (22%), saggezza (16%) e crescita (10%); risparmiare implica anche una proiezione al futuro per un italiano su quattro.
Allo stesso tempo, per un italiano su tre, il risparmio oggi, più di un anno fa, implica fare dei sacrifici (29% vs 25% nel 2022). Crescono coloro che vivono la capacità di risparmio con meno ansia e senza troppe rinunce (53% vs 49% nel 2022), tornando di fatto ai livelli del 2021, a fronte di una contrazione di coloro che non vivono tranquilli se non mettono da parte dei risparmi (34% vs 37% nel 2022).
I risparmi accumulati, anche grazie al periodo del lockdown, permettono a molti italiani di fare fronte a spese impreviste con mezzi propri e con una certa tranquillità per piccoli importi. Si tratta di un numero in lieve crescita rispetto allo scorso anno: 77% le famiglie in grado di far fronte a spese non programmate pari a 1.000 euro (75% nel 2022).
Risulta, invece, più difficile affrontare spese impreviste di entità importanti, stante il perdurare di un elevato tasso di inflazione e la volontà di mantenere i propri consumi: il 36% delle famiglie è in grado di fare fronte a spese non programmate di 10.000 euro, in lieve calo rispetto al 2022 (39%).