I molteplici eventi climatici estremi accaduti in varie zone d’Italia, i più recenti in Lombardia e Triveneto, hanno reso l’evidenza che il cambiamento climatico è attuale e ha forti ripercussioni sulla vita di persone, comunità e imprese.
Danni materiali, ma non solo. “Le problematiche che emergono in seguito a teli eventi sono più estese e riguardando anche la business interruption e l’aumento dei rischi per le persone”, osserva Flavio Sestilli, presidente di AIBA. “Non solo danni a macchinari, strutture e edifici, infatti, i problemi di viabilità e logistici causati dal maltempo incidono sulla produttività delle aziende perché impediscono alle persone di raggiungere il luogo di lavoro o l’approvvigionamento di materie prime”.
E oltre alla furia degli eventi atmosferici, anche le ondate di caldo anomale sono fenomeni climatici estremi che condizionano fortemente le produttività e la capacità decisionale delle persone o, addirittura, aumentano il rischio di infortuni o decessi per chi lavora all’aria aperta (si pensi al settore agricolo o a quello edile).
Rispetto al ristoro del danno, invece, l’aumento della frequenza e dell’intensità di questi fenomeni estremi incide anche sulla sostenibilità del sistema assicurativo: un recente studio EIOPA condotto su 31 imprese di 14 paesi europei ha evidenziato come il climate change sia destinato ad aumentare le esposizioni ai rischi fisici e di conseguenza le richieste di risarcimento: saliranno quindi i livelli dei premi, e questo potrebbe intaccare l’accessibilità e la disponibilità nel medio e lungo termine dei prodotti assicurativi con copertura contro i rischi legati al clima.
Un esempio chiaro è quello delle polizze auto contro la grandine: nelle regioni in cui questo tipo di coperture è più richiesta si riscontrano i prezzi più alti. Il risultato è una copertura complessiva in Italia che non supera il 12%. Esiste quindi poca mutualità.
A livello normativo, già dal 2018 è prevista l’esenzione dell’imposta fiscale sui premi e la detrazione Irpef al 19% per le coperture contro gli eventi calamitosi. Nonostante ciò, resta ampia la sottoassicurazione e da più parti viene sostenuta la necessità di regolamentare la gestione delle calamità naturali dal punto di vista assicurativo.
“Si tratta di un problema sistemico che, in quanto tale, può essere affrontato soltanto con la sinergia di tutti i soggetti del mercato assicurativo e di attori sia pubblici, sia privati, assicuratori e assicurandi, ma anche istituzioni e associazioni”, prosegue Sestill. “Noi broker assicurativi siamo ben consapevoli del ruolo chiave nel far emergere le esigenze di imprese e famiglie e stimolare le adeguate risposte del mercato, oltre che promuovere la cultura del rischio, anche quello legato ai cambiamenti climatici”.