L’assemblea di Generali, tenutasi a Trieste via web, ha approvato il bilancio 2020 con il voto favorevole del 99,85% del capitale, pari al 51,52% dell’intero capitale sociale. Non rappresentato il pacchetto in mano al vice presidente vicario Francesco Gaetano Caltagirone che alla vigilia dell’appuntamento ha deciso di non depositare il suo 5% di azioni. Un gesto sicuramente clamoroso e dalle conseguenze difficilmente prevedibili oggi.
“Grazie per l’approvazione così massiccia a un bilancio che veramente lo meritava”, ha commentato il presidente Gabriele Galateri di Genola. Dopo un 2020 senza precedenti, Generali si trova in una“posizione di forza e grande solidità e i risultati 2020 confermano la validità e la resilienza del nostro modello di business con un risultato operativo record a 5,2 miliardi per il secondo anno consecutivo, un record nella generazione di capitale a quota 4 miliardi e una Solvency al 224% migliore dei nostri concorrenti”. Galateri di Genola ha inoltre ribadito che il gruppo triestino è “pronto a fare la propria parte” per la ripresa dell’economia dopo la crisi pandemica e che la convergenza degli sforzi pubblico-privato è in grado di far ripartire l’economia. Secondo il presidente di Generali il Recovery Plan “può rappresentare un motore della trasformazione necessaria per la nuova fase” e dovrà privilegiare infrastrutture, educazione, innovazione e ricerca.
Il Ceo Philippe Donnet ha accennato al nuovo piano industriale triennale, che è già in via di definizione, sottolineando come il Gruppo sia vicino alla “piena realizzazione” del Piano Generali 2021, riuscendo a conseguire “importanti risultati in tutti e tre i pilastri che compongono la strategia”. Donnet ha anche anticipato che il nuovo piano sarà in continuità con l’attuale e “contribuirà a creare valore sostenibile sul lungo periodo”.