
Il mercato assicurativo italiano si presenta nel 2025 come un terreno ricco di sfide e opportunità, dove la fidelizzazione della clientela esistente emerge come la chiave per una crescita sostenibile. Secondo l’Osservatorio Italia 2025 di Simon-Kucher, gli italiani mostrano una bassa fedeltà verso le compagnie, con un portafoglio assicurativo frammentato e un evidente sottoassicurazione: in media, ogni cliente possiede 3,2 polizze, ma quasi la metà le distribuisce su più compagnie, perdendo così il vantaggio di una gestione integrata. Eppure, il 45% degli assicurati sarebbe disposto a concentrare tutte le coperture presso un unico provider, a patto di ottenere condizioni più vantaggiose, una piattaforma unica di gestione e servizi di qualità superiore.
Come sottolinea Enrico Marcantoni, partner di Simon-Kucher, questa propensione rappresenta un’occasione d’oro per le compagnie, che possono puntare su offerte personalizzate e su una customer experience più coinvolgente per trasformarsi nella “compagnia preferita” dei propri clienti.
Ma il vero tallone d’Achille del settore resta il protection gap: il 77% degli italiani è ancora scoperto nei rami vita, infortuni e salute, nonostante un 27% si dichiari pronto a sottoscrivere nuove polizze. Il problema? Il costo aggiuntivo e una sottovalutazione del rischio, spesso frutto di bias cognitivi. A complicare il quadro, c’è la scarsa proattività delle compagnie: oltre la metà degli assicurati afferma di non essere quasi mai contattato per proposte mirate, mentre le preferenze di canale variano sensibilmente da cliente a cliente, rendendo inefficaci gli approcci standardizzati. Intanto, la pressione sui prezzi non accenna a diminuire: il 44% degli assicurati ha subito un tentativo di rinnovo a premio maggiorato nell’ultimo anno, accettato nel 92% dei casi, soprattutto per auto, moto e casa. E se il prezzo resta il driver principale di abbandono – con il 30% dei clienti che ha cambiato compagnia negli ultimi due anni – l’analisi dei comportamenti nel ramo auto rivela quattro profili distinti: i price seekers (65%), i flexibility driven (13%), i reputation driven (8%) e i neutrali (14%).
Come evidenzia Giovanni Giuliani, senior advisor di Simon-Kucher, “il mercato assicurativo italiano è pronto a intraprendere una nuova fase di crescita, puntando sulla fidelizzazione e sul rafforzamento delle relazioni con la clientela esistente. In questo contesto, le compagnie che sapranno adottare un approccio data-driven, personalizzato e orientato alla consulenza lungo tutte le fasi del ciclo di vita del cliente avranno un vantaggio competitivo decisivo, non solo in termini di crescita, ma anche di retention e soddisfazione della clientela”. Secondo Giuliani, “non si tratta solamente di un’opportunità di business. Investire in relazioni più solide significa favorire una maggiore consapevolezza e una più ampia copertura dei rischi a livello individuale. In questo senso, il settore assicurativo può contribuire in modo determinante al benessere delle singole persone, e di conseguenza a quello collettivo”.