La pandemia pare ancora in forze, ma non frena la corsa dell’agroalimentare italiano che pare essersi messo alle spalle la brusca frenata di due anni fa e registra una crescita del +4% nel 2021 e prevede un ulteriore 3% nel 2022.
Secondo lo studio “Industry Trends Food & beverages – January 2022”, condotto da Atradius, sull’andamento del settore agroalimentare italiano, permangono tuttavia delle criticità, che tengono sotto pressione alcuni sotto-settori chiave. Si tratta principalmente del calo della domanda nella ristorazione, dei prezzi elevati delle materie prime e dei rincari dell’energia.
In particolare, l’aumento dei prezzi delle materie prime (cereali, latte, olio e zucchero) sta mettendo in difficoltà le aziende della trasformazione nei principali settori della carne, latticini, pasticceria e pasta; così come il caro energia sta colpendo i segmenti dei molini, così come dei pastifici e le delle aziende conserviere. Ulteriore elemento di criticità deriva dal potere contrattuale della grande distribuzione che impedisce ai piccoli produttori e trasformatori di trasferire sulle merci l’aumento dei pezzi, riducendo così i loro margini di profitto, anche se comunque non è previsto un peggioramento. Il settore dell’ospitalità, invece, si conferma tra i più penalizzati a causa del forte calo delle vendite e dei margini di profitto dovuto alle misure restrittive imposte dal contenimento della pandemia, con prospettive ancora incerte per l’inasprirsi dei contagi.
Per quanto riguarda i ritardi di pagamento ed insolvenze, gli spiragli intravisti ultimamente grazie alle misure di sostegno governative sono destinati a cedere il passo ad un quadro meno positivo nei prossimi mesi. Con la fine delle moratorie, aumenteranno secondo Atradius le criticità sui tempi di pagamento delle fatture nel corso di quest’anno.
Allargando lo sguardo ai principali paesi europei, Atradius fa il punto sulla situazione del settore in Germania, primo paese di destinazione dell’export italiano, ove si attende un forte incremento delle insolvenze e dei ritardi di pagamento atteso nel 2022, che potrebbe raggiungere in entrambi i casi il +10%. Anche in Francia, al terzo posto tra i mercati clienti del tricolore, il mercato dell’agroalimentare registra impatti negativi sui margini di profitto.
Al di fuori del perimetro europeo, tra i mercati di sbocco dell’agroalimentare italiano, gli Stati Uniti mostrano un trend di sviluppo del settore piuttosto rallentato. I costi di produzione nell’alimentare sono cresciuti notevolmente in tutti i sotto-settori a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime, inoltre i margini dei produttori sono stati colpiti dall’inflazione, la più alta dal 2008 (oltre il 6.1% a/a nel novembre 2021). Nonostante lo scenario critico, i pagamenti B2B nel settore dovrebbero attestarsi sui 30 giorni in media e si prevede che i ritardi di pagamento e le insolvenze si stabilizzeranno nel 2022.