È vero che in Francia assicuratori e Stato non sono riusciti a trovare un accordo per creare una tutela assicurativa contro la pandemia, ma questo non ferma Axa, più che mai convinta della necessità di creare partnership tra pubblico e privato per far fronte a rischi sistemici di rilevanza sempre più grande come il cyber risk.
Non si tratta certo di una primizia visto che i pesi massimi del mondo assicurativo ne parlano da anni, senza tuttavia riuscire a giungere a risultati concreti.
Si sa che climate change e cyber risk sono le più grandi preoccupazioni di assicuratori e riassicuratori, allarmati dalla crescente frequenza e gravità dei danni causati, che comportano aumenti dei prezzi delle coperture, oltre a moltiplicare le precauzioni degli assicuratori in fase di sottoscrizione.
Nell’autunno 2020 Axa aveva già fatto una campagna di sensibilizzazione per strutturare un modello pubblico-privato per gli incidenti cyber di grande rilevanza. “C'è un livello al di sopra del quale i rischi possono far fallire l’industria assicurativa. È quindi necessario trovare un equilibrio tra ciò che fa il settore privato e ciò può fare il pubblico”, ha dichiarato al quotidiano Les Echos Frédéric de Courtois, Deputy Ceo di Axa. “Chiediamo più numerose forme di partenariato pubblico-privato” E l’assicuratore ha ricordato il sistema francese per la gestione dei disastri naturali. Gli appelli alla costruzione di partnership si sono moltiplicati da quando la pandemia ha mostrato i limiti dell’assicurazione e allo stesso tempo ha reso consapevoli molti attori della dimensione sistemica del rischio cyber.
Lo stesso Christian Mumenthaler, Ceo di Swiss Re, ha recentemente detto che il sostegno pubblico è assolutamente necessario per certi rischi cyber di estrema gravità, facendo l’esempio di un virus in grado di colpire contemporaneamente migliaia di aziende, o un attacco al cloud. Rischi enormi che gli assicuratori non riescono a stimare e che potrebbero incidere pesantemente sul sistema economico globale.