La scorsa settimana Mody Investor Service ha reso nota un’indagine condotta in Cina, che ha rivelato come il fenomeno dello shadow banking stia raggiungendo nel paese quote di mercato così elevate da mettere a rischio la sicurezza dell’intero settore finanziario del paese.
Secondo le stime dell’agenzia di rating infatti il sistema ombra sarebbe arrivato a costituire il 30% del totale degli asset bancari, per un giro d’affari attorno ai 54 trilioni di yuan (circa 8 trilioni di dollari).
Il ricorso al sistema bancario collaterale ha assunto dimensioni così importanti da causare un’instabilità diffusa su tutto il sistema finanziario della seconda potenza economica mondiale, destando la preoccupazione degli osservatori internazionali. In particolare i rischi maggiori sono quelli associati al default delle imprese che ottengono finanziamenti da questo mercato, ma le istituzioni temono anche ogni shock causato dall’eccessivo livello di indebitamento.
Le imprese che si rivolgono alle shadow banks sono soprattutto quelle che hanno un fortissimo bisogno di liquidità, ma che non possiedono sufficienti garanzie per ottenere finanziamenti dagli istituti di credito. In sostanza si tratta di debitori con un profilo di rischio molto alto. Gli investitori che impiegano qui le loro risorse sono invece spinti dalla ricerca di profitti più alti rispetto a quelli offerti dal mercato tradizionale.
Si incontrano dunque una domanda ad alto rischio e un’offerta impaziente di lucrarvi sopra, speculando.
La stabilità del sistema poggia su premesse – e garanzie – molto deboli, e il pericolo più grande sta nel contagio con gli altri settori economici (a causa dell’elevata interconnessione esistente oggi) e la diffusione sempre maggiore dei rischi finanziari.
Secondo Moody’s “L’aumento delle dimensioni del sistema ombra implica che se si dovesse verificare una contrazione del mercato, le banche si troverebbero in difficoltà a far fronte ai crediti shadow, lasciando coloro che hanno preso il denaro in prestito nella morsa di una forte stretta creditizia”. Per questo motivo molti occhi sono puntati sulla finanza cinese.