
La Commissione europea si prepara a presentare il 2 luglio un nuovo obiettivo climatico per il 2040, che includerà meccanismi di flessibilità per agevolare i Paesi nel raggiungimento degli impegni.
Secondo fonti diplomatiche europee riportate da Reuters, la proposta punterà a una riduzione del 90% delle emissioni nette di gas serra rispetto ai livelli del 1990, ma con margini di adattamento che potrebbero alleggerire il peso sulle industrie domestiche. In particolare, si prevede che una parte del target possa essere raggiunta attraverso l’acquisto di crediti di carbonio internazionali, evitando così di richiedere l’intera riduzione alle imprese europee.
L’obiettivo, che si inserisce tra il traguardo 2030 – vicino al raggiungimento – e la neutralità climatica prevista per il 2050, è al centro di un confronto acceso tra Stati membri. Paesi come Finlandia, Olanda e Danimarca sostengono la soglia del 90%, mentre Italia e Repubblica Ceca si mostrano più critiche.
La Germania si è detta favorevole a condizione che una parte dell’obiettivo, pari al 3%, possa essere compensata con crediti esteri.
La Commissione, pur evitando commenti ufficiali, sta valutando anche una maggiore libertà per gli Stati nel decidere quali settori economici dovranno contribuire maggiormente alla riduzione delle emissioni. In un contesto di crescenti pressioni politiche e timori legati alla competitività delle imprese europee, alle prese con alti costi energetici e nuove tariffe USA, Bruxelles tenta così di mantenere alta l’ambizione climatica senza compromettere la tenuta economica.