
Sono aumentate del 29% le bufere di venti in Italia nell’ultimo anno tra raffiche violente, trombe d’aria e tornado che hanno causato danni e vittime in città e campagne.
È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti presentata all’incontro “Obiettivo Acqua”, con Anbi, Univerde e Campagna Amica, sulla base dell’European Severe Weather Database (Eswd) in occasione dell’allerta della Protezione Civile per venti da forti a burrasca che hanno provocato danni e favorito il divampare degli incendi con boschi in fiamme in pieno inverno a causa della siccità.
Alberi abbattuti, tetti scoperchiati, pali caduti, vasi di piante e fiori ribaltati, serre danneggiate e riduzione del potenziale produttivo nei frutteti per la rottura dei rami che portano le gemme sono gli effetti delle violente raffiche di vento che hanno favorito anche gli incendi nei boschi resi aridi dall’aria secca e dalla prolungata mancanza di precipitazioni. Lo dimostra – sottolinea la Coldiretti – il livello del fiume Po sceso a -3 metri, un livello più basso che a Ferragosto in piena estate. Una ondata di maltempo che se da un lato aiuta a ripulire l’aria dallo smog dall’altro sta provocando disagi ai cittadini e alle attività produttive anche nelle campagne, spiega Coldiretti, confermando la tendenza al moltiplicarsi degli eventi climatici estremi in Italia dove nel 2021 hanno provocato oltre 14 miliardi di euro di danni alle attività agricole negli ultimi dieci anni, per eventi estremi, secondo la stima della Coldiretti. Una situazione che mette a rischio le coltivazioni che, precisa la Coldiretti, avranno bisogno di acqua per crescere al risveglio vegetativo favorito da un inverno mite che ha anticipato le fioriture.
Un meteo pazzo che ha fatto cadere la neve sul Vesuvio ed è allerta della Protezione Civile per temporali e rischio idrogeologico su un territorio come quello italiano – sottolinea Coldiretti – reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con 7252 comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, a rischio frane e alluvioni secondo dati Ispra.
Di fronte a una eccezionalità degli eventi atmosferici che è ormai la norma, con manifestazioni violente, sfasamenti stagionali e precipitazioni intense che compromettono anche le coltivazioni, l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico dell’attività nelle campagne. Un servizio alle comunità locali da nord a sud del Paese messo a rischio, evidenzia Coldiretti, dalla sparizione negli ultimi 25 anni di oltre ¼ della terra coltivata.
Ma la cancellazione di terra fertile non pesa solo sugli approvvigionamenti alimentari visto che dal 2012 ad oggi il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica con danni e vittime.