
Ammontano a milioni di euro i danni provocati all’agricoltura dall’ultima violenta ondata di maltempo con una tempesta di grandine che ha letteralmente devastato centinaia e centinaia di ettari nella provincia di Arezzo dove si registrano le perdite maggiori.
È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti della perturbazione che ha colpito a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola. Serre distrutte, frutta, verdura e cereali flagellati sono solo alcuni degli effetti delle tempeste di grandine, pioggia e vento che hanno investito la Toscana, colpendo maggiormente la provincia di Arezzo.
La situazione è drammatica– sottolinea la Coldiretti- per tutta la parte aretina e dell’area della Valdichiana dove i danni nelle aziende colpite sono stati totali rispetto sia alla produzione di frutta che di ortaggi, ma sono stati rasi al suolo anche tabacco, girasole e mais e il maltempo ha colpito altresì infrastrutture, come serre causando disagi anche alle strutture agrituristiche.
Coldiretti ricorda come la grandine sia l’evento atmosferico più temuto dagli agricoltori in questa stagione perché i chicchi si abbattono su verdure, frutta e cereali prossimi alla raccolta provocando danni irreparabili alle coltivazioni mandando in fumo un intero anno di lavoro. Dall’inizio dell’estate 2019 si contano sul territorio nazionale in media cinque grandinate al giorno, più del doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+113%), con effetti sul turismo e danni alle coltivazioni agricole colpite, sulla base delle elaborazioni Coldiretti sulla banca dati sugli eventi estremi ESWD.
Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che – continua la Coldiretti – si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che compromettono le coltivazioni nei campi con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. Una anomalia evidente nel corso del 2019, anno segnato da fenomeni di siccità nei primi mesi dell’anno, ai quali ha fatto seguito un maggio freddo e bagnato, un mese di giugno tra i più caldi di sempre e un mese di luglio segnato da tempeste nella prima metà alle quali sono seguiti giorni di gran caldo ed ora il ritorno del maltempo nel finale.